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Fiori di Chernobyl - Mr. Rain

mr. Rain fiori di Chernobyl

È Mr. Rain il miglior rapper italiano?

Credo che sentiremo parlare per diversi anni di questo giovane artista (giovane rispetto a me, perché di fatto ha quasi trant'anni). Mr. Rain, all'anagrafe Mattia Balardi, nasce a Desenzano nel '91, un bellissimo paese sul Garda a mio dire. Non so, ma indagherò, l'origine del suo nome d'arte, anche se "signore della pioggia" si sposa bene con i suoi brani dall'impronta piuttosto pessimista. Ha rinunciato ad un facile ed effimero successo che gli si è presentato con i reality, scegliendo la tradizionale gavetta. E qui sta la differenza tra lui e la maggior parte degli autori Rap (userò in questo contesto i termini generici RAP e rapper senza distinguere tra i vari sottogeneri, TRAP, beatmacker e compagnia varia. Credetemi, fa davvero la differenza! Chi ha fatto la gavetta, ha cominciato nei bar e alle sagre con 100 persone di pubblico, per poi crescere fino ad arrivare ai palazzetti, ha le spalle 100 volte più larghe di un ragazzino buttato nella bolgia da un programma televisivo. Ne ho le prove, magari scriverò un articolo in proposito. Comunque, per capire cosa dico, guardate la differenza tra un Marco Carta ed un Francesco Gabbani, o un J-Ax e Fedez. C'è un perché, ma se ne parlo adesso finisco per non parlare di quest'artista e di questa canzone.

I fiori di Chernobyl in tempi di COVID-19

Prima ancora di parlare del significato del testo della canzone Fiori di Chernobyl lasciatemi dire una cosa (anche se qualcuno storcerà il naso): ad oggi Mr. Rain è il miglior paroliere italiano. Ne sono convinto, anche se resto pronto a cambiare idea. Nel suo genere, meglio di lui, hanno fatto solo Jovanotti e Frankie Hi NRG, ma erano altri tempi, e sempre ammesso che facciano lo stesso genere.
Il titolo semplice, ma immediato ed efficace e, sicuramente, molto evocativo: tutti quelli della mia generazione si ricordano l'anno di Chernobyl, all'invito a non uscire di casa, di non toccare la terra, di non aprire le finestre, a non entrare in casa con le scarpe, a non bere latte fresco e non mangiare frutta di stagione, nemmeno quella dei vostri alberi e del vostro orto. Si, avete letto bene ed è tutto vero: così era quel 1986, ricorda questo 2020, vero? Ad ogni modo, chi lo ha vissuto, vi confermerà che le radiazioni facevano meno paura del COVID-19, a ragione o a torto. Bene, Pripyat è stata abbandonata ed è diventata una città fantasma, mentre la centrale continua a bruciare sotto il suo sarcofago di cemento, diventando una specie di simbolo del male e della morte. Eppure anche anche li, nel luogo simbolo dei fallimenti e dei danni generati dall'uomo a madre natura, nascono dei fiori. Per citare il grande Faber, anche dal letame nascono i fiori. Direi un'immagine azzeccata, talmente azzeccata da sembrare quasi banale. Adesso non resta di capire a quale male si riferisca Mr Rain e a quali fiori, andando a leggere e a capire il significato del testo di Fiori di Chernobil.
La libertà spaventa più di una prigione
E tutti cercano qualcuno per cui liberarsi
L’odio uccide, forse è vero come dicono
Ma so che è da un veleno che nasce un antidoto
Vieni con me, la strada giusta la troviamo
Solo quando ci perdiamo e restiamo da soli
Perché è dagli incubi che nascono i sogni migliori
Anche a Chernobyl ora crescono i fiori

Il significato del testo di Fiori di Chernobyl

Bene, a leggere le prime strofe, direi che ci avevo visto giusto.  Non si capisce bene di quale male si parli all'inizio, ma è chiaro che si parla di un male e di una sofferenza. Esistono due modi per reagire ad una situazione drammatica: la prima è quella di rassegnarsi e chiudersi in se stesso, la seconda è quella di reagire e magari cercare aiuto. Esiste sempre una soluzione, come da per ogni veleno esiste un antidoto o come anche a Chernobyl nascono i fiori. Sinceramente, trovo davvero toccanti queste rime, come mai avevo trovato le rime di un rapper moderno. Ripeto, più ascolto i suoi testi più penso che Mr. Rain sia il migliore in Italia oggi.
Portami in alto come gli aeroplani
Saltiamo insieme, vieni con me
Anche se ci hanno spezzato le ali
Cammineremo sopra queste nuvole
Passeranno questi temporali
Anche se sarà difficile
Sarà un giorno migliore domani
Questo serve a render più chiare le cose. Collegandoci a quanto scritto sopra, si tratta di una richiesta d'aiuto ed un offerta d'aiuto nello stesso tempo. Per dirla in altre parole, ci si aiuta a vicenda, e solo nella solitudine che non si trova una via d'uscita, mentre è facile trovarla quando si è uniti. 
Odio queste cicatrici perché mi fanno sentire diverso
Posso nasconderle da tutti, ma non da me stesso
È un armatura cresciuta col tempo
Ogni ferita è un passaggio che porta al lato migliore di noi
Perché attraverso loro puoi guardarmi dentro
Sentire cosa provo, capire cosa sento
Non conta la destinazione, ma il tragitto
Il peggiore dei finali non cancella mai un inizio
Fa più rumore il tuo silenzio che le urla della gente
Un albero che cade, che una foresta intera che cresce
Tengo i miei sogni nascosti dietro alle palpebre
Siamo fiori cresciuti dalle lacrime
Sei tutte quelle cose che non riesco mai a dire
Troverai un posto migliore un passo dopo la fine
Cammineremo a piedi nudi sopra queste spine
Diventando forti per smettere di soffrire
Ancora sofferenza. La sofferenza che ti cambia, che ti lascia il segno, che ti modifica. Non c'è niente da fare, i segni della sofferenza li puoi nascondere agli altri, ma non a te stesso. Allora inutile negare che esista o che sia esistita, la sofferenza va affrontata. La sofferenza fa rumore, esattamente come un albero che cade fa più rumore di una foresta che nasce. Non va nascosta a se stessi, ma va affrontata. E allora una domanda mi viene spontanea: in questo testo spesso è l'autore che chiede aiuto, altre volte offre aiuto, altre volta nasconde le cosa a se stesso, altre volte le mostra a se stesso per affrontarle, perché, affrontandole assieme, si possono superare. Ma allora: con chi parla? A chi chiede e offre aiuto? A se stesso forse? Non è che non si tratti di due persone diverse, ma Mr Rain in questo momento di solitudine, in cui è, per l'appunto, solo con se stesso, abbia deciso di affrontare i problemi e le paure che si era sempre nascosto?
Portami in alto come gli aeroplani
Saltiamo insieme, vieni con me
Anche se ci hanno spezzato le ali
Cammineremo sopra queste nuvole
Passeranno questi temporali
Anche se sarà difficile
Sarà un giorno migliore domani
Se questa notte piove dietro le tue palpebre
Sarò al tuo fianco quando è l’ora di combattere
Portami con te
Ti porterò con me
Tu mi hai insegnato che se cado è per rinascere
Che un uomo è forte quando impara ad esser fragile
Portami con te
Ti porterò con me

A chi si rivolge mr. Rain nel testo fiori di Chernobyl?

Bene, qui non serve che aggiunga molte parole. Qua sembra che la persona a cui si rivolge sia "una persona esterna", magari la fidanzata. Quindi: la canzone è riferita ad un amico che ha bisogno di aiuto? Ad un amico a cui chiede aiuto? A se stesso? Alla compagna? Non lo, dovrebbe dircelo lui, ma avrei piacere di sapere anche le vostre opinioni a riguardo. Resta comunque forte il messaggio di base: il fatto che se cadi è per rinascere, che dobbiamo accettare le nostre fragilità, consapevoli che è normale cadere, ma che ci si può sempre rialzare,  che anche a Chernobyl alla fine sono nati i fiori. Ed è certo che, in questi tempi di coronavirus, una canzone così può aiutare. Abbiamo superato la crisi nucleare, supereremo anche la crisi del COVIT-19, l'importante è essere uniti, ed essere consapevoli che momenti così possono succedere, ma che alla fine ci si può sempre rialzare e ricominciare a vivere. Siamo fragili come persone, ma anche come umanità. Non dobbiamo mai smettere di sognare e di pensare che per ogni veleno esiste un antidoto (o che per ogni virus esista un vaccino). In bocca al lupo a tutti coloro che stanno vivendo un momento difficile e, come disse Vasco Rossi alla fine di Modena Park, c'è la farete tutti!

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