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Visualizzazione dei post da agosto, 2020

Michele Pecora - le migliori canzoni

A volte ascoltando "canzoni sparse", si vanno a riscoprire autori degli anni '70, stranamente dimenticati, che avevano davvero qualcosa da dire. Oggi poi, in un panorama piuttosto mediocre, se ne sente davvero la mancanza. Mi ripropongo di fare una rassegna di questi artisti, partendo da Michele Pecora , non perché sia quello di maggior successo, ma proprio perché è stata ingiustamente dimenticato. Non meritava questa fine. Di seguito le sue 3 canzoni migliori, dalle quali vi consiglio di  partire, se volete conoscere questo artista.  Era lei Era lei è probabilmente la sua canzone più famosa. Tornata in auge alcuni anni fa per una questione di plagio. Se ascoltate " sere d'estate " di Zucchero, non vi sfuggiranno le analogie. Il grande bluesman ha sempre negato e, di fatto, ha vinto la causa, ma... non so, sono un po' perplesso. A me comunque piace molto di più l'originale. Di cosa parla? Parla di quei momenti magici e, purtroppo, irripetibili che si

Hey Jude - Beatles

Hey Jude: un testo criptico dei Beatles Mi rendo conto che ho scritto davvero poco sulla band di Liverpool, chissà perché poi. Ricordiamoci che sono stati loro a portare i " grandi testi" nel rock. Se non mi credete, andate a vedere i testi di Elvis, Chuck Berry o Jerry Lee Lewis, scoprirete che sono più idioti di quelli di Sfera Ebbasta. Occhio: non sto criticando the King, semplicemente, prima di loro, i testi non avevano importanza. Ne faccio ammenda e cercherò di rimediare. Comincio parlandovi di Hey Jude. Non si tratta di uno dei miei testi preferiti dei Beatles, ma è certamente uno dei loro testi più rappresentativi. E' anche una delle canzoni col testo più criptico. Il testo completo lo troverete, come sempre, a fine articolo. Io non metterò alcuna traduzione , visto che se ne trovano tante in giro,  ma parlerò solo del suo significato. I testi di Paul e di John Ormai ho imparato a distinguere i testi di Paul da quelli di John. Mi basta una riga, e, questo, è indub

Canzoni contro il razzismo

Sembra che il razzismo stia tornando di moda. Come spesso è accaduto nella storia, gli artisti sono i primi ad accorgersi della deriva e a mettere in guardia la popolazione. Peccato che i loro richiami, spesso, finiscano nel vuoto e che le masse, seguano con più facilità i carismatici. Oggi non solo il razzismo sembra dilagare, ma, se provate a scrivere in un social qualcosa contro il razzismo, vi pioveranno addosso fiumi di insulti. La cosa potrebbe generarvi sconforto, e, allora, cosa non c'è di meglio se non farci fare compagnia da un brano contro il razzismo? Comincio oggi a compilare una raccolta delle più belle canzoni contro il razzismo, Italiane e straniere. Ci metterò un po' di tempo, e, come sempre, vi invito a darmi dei suggerimenti nei commenti. Paul McCartney - Ebony and Ivory Mi sembra doveroso cominciare questa raccolta con il brano di "uno dei Beatles", cantato per la prima volta in duetto con Steve Wonder. Il pezzo, onestamente, non è dei miei pref

Alberto Fortis - A voi romani

Io vi odio voi romani, io vi odio tutti quanti Molti lo considerano un inno al razzismo, all'odio tra il nord ed il sud Italia. Di fatto, ci sono frasi che sembrano non lasciare adito a nessun dubbio: "io vi odio voi romani io vi odio tutti quanti, distruttori di finanze, nati stanchi, siete un peso alla nazione, siete proprio brutta gente, io vi odio grande Roma decadente". O forse no? Non voglio proferire nessuna sentenza, voglio, come sempre, proporre alcuni spunti di riflessione che sia il lettore a formulare un proprio giudizio. Una cosa è certa: è davvero difficile difendere questo testo, ma voglio fare un tentativo. Non lo voglio assolvere e nemmeno condannare, voglio solo proporre una lettura meno superficiale del brano. Magari qualcuno che conosce meglio la genesi e la storia di questa canzone mi può aiutare dai commenti. Disclamer : ci sono utenti che continuano a segnalare questa pagina a google adsense per contenuti che istigano all'odio raziale. Ma dico,

La libertà - Giorgio Gaber

Giorgio Gaber e la politica Chi segue il mio blog, sa che Giorgio Gaber è il mio paroliere preferito. Non è detto che sia il miglior paroliere italiano, ma il mio preferito di sicuro. Questo perché sembra leggermi nel pensiero e metterlo in poesia. Mi impressiona l'empatia che ho coi suoi testi. Empatia che diventa ancor maggiore quando questi hanno riferimenti alla politica e/o al sociale. Il bello è che, quando si parla dei suoi testi politici, non si rischia nemmeno di entrare in sterili litigi della serie comunisti contro fascisti contro leghisti, ecc ecc. No, Gaber ci insegna come si fa la politica, cosa significa fare politica, e, soprattutto, che cos'è la buona politica. Adoro poi la sua equidistanza tra tutte le posizioni. Emblematico il ritornello "io non mi sento italiano, ma per fortuna o purtroppo lo sono". Insomma, prima di tutto viene la buona politica, dopo vengono destra e sinistra. Non basta, la buona politica non dipende tanto dalla bontà dei politic

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