Giorgio Gaber e la politica
Chi segue il mio blog, sa che Giorgio Gaber è il mio paroliere preferito. Non è detto che sia il miglior paroliere italiano, ma il mio preferito di sicuro. Questo perché sembra leggermi nel pensiero e metterlo in poesia. Mi impressiona l'empatia che ho coi suoi testi. Empatia che diventa ancor maggiore quando questi hanno riferimenti alla politica e/o al sociale. Il bello è che, quando si parla dei suoi testi politici, non si rischia nemmeno di entrare in sterili litigi della serie comunisti contro fascisti contro leghisti, ecc ecc. No, Gaber ci insegna come si fa la politica, cosa significa fare politica, e, soprattutto, che cos'è la buona politica. Adoro poi la sua equidistanza tra tutte le posizioni. Emblematico il ritornello "io non mi sento italiano, ma per fortuna o purtroppo lo sono". Insomma, prima di tutto viene la buona politica, dopo vengono destra e sinistra. Non basta, la buona politica non dipende tanto dalla bontà dei politici, ma dalla bontà degli elettori. Mi sovviene uno dei meravigliosi discorsi di capodanno di Natalino Balasso, quando disse: "a questo punto voi vi aspettate qualche battuta contro i politici, ma perché, visto che li avete votati voi?". In altre parole, i politici non scendono dal cielo e non sono estratti a sorte, ma sono il prodotto degli elettori.
L'importanza delle parole
Dio sa quanto io creda nell'importanza delle parole e di come un cattivo utilizzo delle stesso o un incomprensione, possano portare a risultati deliranti. E quanto si usano a sproposito e si confondano tra di loro nel significato, termini come "democrazia", "libertà", "liberismo", "giustizia". Sono parole completamente diverse tra loro e che hanno significati completamente diversi. Liberismo non ha a che fare con libertà, giustizia e democrazia sono cose diverse e, per finire, libertà non ha niente a che fare con tutte le altre. Eppure le vedo spesso mescolate e confuse, come in un grande calderone. Ecco, il gigantesco Gaber che meglio di chiunque conosce il significato delle parole, ci offre una bella, quanto serena, spiegazione della parola "libertà". Ho scritto "serena" perché, in questo periodo di tensioni, anche un tono scazzato aiuta (occhio, il tono è scazzato, ma il concetto rigorosamente espresso).
Libertà e covid
In questi giorni, anzi, in questi mesi, stiamo assistendo ad un sacco di manifestazioni di cittadini no vax, no green pass o negazionisti del covid. Il loro motto è: "libertà libertà". Leggendo questo brano, viene lecito chiedersi: è davvero questa la libertà? Dover mostrare un documento che attesti l'avvenuta vaccinazione, è davvero un limite alla libertà? E se lo fosse poi, sarebbe lecito porre dei limiti alla libertà a fronte di oltre 100.000 morti? (in Italia). Io ho le idee molto chiare in proposito, ma lascio ai lettori dire le proprie.
Libertà, rave party e destra al governo
In questi giorni non si parla d'altro. La destra è al governo e, alla sua composizione, hanno contribuito politici che, a suo tempo, non hanno fatto mistero di una certa simpatia per il ventennio.. Una delle prime azioni è stata la legge anti rave party, e subito si è parlato di libertà a rischio. Come sempre, questo blog non prende posizione ne pro ne contro nessun partito (anche se, ovviamente, ho le idee molto chiare a riguardo), ma vi invita a ripensare a quanto detto da grande signor G: "libertà è partecipazione". Quindi, lamentarsi e scrivere nei blog serve a poco, se volete essere liberi diventate politicamente attivi, non importa per quale schieramento.
La libertà è partecipazione
E allora, di cosa ci dice questo testo, che non vado a parafrasare (in quanto abbastanza semplice)? Semplicemente che non si è liberi quando un regime, un governo o una nazione, ci lascia la possibilità di fare ciò che vogliamo. Questa è la brutta illusione dalla quale sono nate alcune delle peggiori dittature. Uno stato, una nazione, un popolo, si può considerare libero solo se può partecipare attivamente alla vita politica del paese e se poi lo fa. Se abbiamo la possibilità di decidere del nostro futuro, di fare politica attiva, e non lo facciamo, di fatto non siamo liberi. Nemmeno se siamo nati nella più grande democrazia del mondo.
Attenzione anche alla frase: vorrei essere libero come un uomo! Anzi, vediamo l'intero paragrafo
Come un uomo appena natoChe ha di fronte solamente la naturaChe cammina dentro un boscoCon la gioia di inseguire un'avventura
Libertà nelle comuni degli anni '70
Come sempre, se la vogliamo capire, dobbiamo contestualizzare. Siamo negli anni '70, il mondo diventa improvvisamente "accessibile". L'uomo può viaggiare, scoprire nuovi mondi, selvaggi, liberi! Nascono inoltre le "comuni", dove giovani anarchici scelgono di andare a vivere, in sintonia con la natura e fuori dalle regole imposte dalla società. Ecco, è proprio qui che punta il dito grande Mr G: non è questa la libertà! La libertà non è vivere in assenza di regole, come un uomo tribale o comunque avulso dalla società, la libertà è il diritto/dovere di partecipare alla vita e alle scelte della propria comunità. Uso il termine comunità in luogo di stato, perché il concetto qui espresso è molto generico.
Che cosa si può aggiungere? Assolutamente niente, il grande Giorgio Gaber, con i suoi toni pacati, riflessivi ed equidistanti, dice sempre la cosa giusta. Per quanto mi riguarda le riflessioni di questo cantante/cabarettista andrebbero studiate nei libri, allo stesso modo dei pensieri di Pasolini
Testo della canzone "la liberà" di Giorgio Gaber
Voglio essere libero, libero come un uomoVorrei essere libero come un uomoCome un uomo appena natoChe ha di fronte solamente la naturaChe cammina dentro un boscoCon la gioia di inseguire un'avventuraSempre libero e vitaleFa l'amore come fosse un animaleIncosciente come un uomoCompiaciuto della propria libertàLa libertà non è star sopra un alberoNon è neanche il volo di un mosconeLa libertà non è uno spazio liberoLibertà è partecipazioneVorrei essere libero come un uomoCome un uomo che ha bisogno di spaziare con la propria fantasiaE che trova questo spazioSolamente nella sua democraziaChe ha il diritto di votareE che passa la sua vita a delegareE nel farsi comandareHa trovato la sua nuova libertàLa libertà non è star sopra un alberoNon è neanche avere un'opinioneLa libertà non è uno spazio liberoLibertà è partecipazioneVorrei essere libero come un uomoCome l'uomo più evolutoChe si innalza con la propria intelligenzaE che sfida la naturaCon la forza incontrastata della scienzaCon addosso l'entusiasmoDi spaziare senza limiti nel cosmoE convinto che la forza del pensieroSia la sola libertàLa libertà non è star sopra un alberoNon è neanche un gesto o un'invenzioneLa libertà non è uno spazio liberoLibertà è partecipazioneLa libertà non è star sopra un alberoNon è neanche il volo di un mosconeLa libertà non è uno spazio liberoLibertà è partecipazioneLa libertà non è star sopra un alberoNon è neanche il volo di un mosconeLa libertà non è uno spazio liberoLibertà è partecipazione
Che bello è anche bravissimo
RispondiEliminaNel suo genere il numero 1. Nonostante sia comunemente considerato un grande artista, secondo me è comunque sottovalutato. Il suo nome meriterebbe di essere affiancato a quello di De Anrdè, Vasco, ....
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