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I migliori parolieri italiani e stranieri

Bob Dylan
Sappiamo tutti che, dietro le grandi canoni di Battisti, c'è la mano di Mogol. Spesso trascurati, i parolieri hanno avuto un ruolo fondamentale nella storia del pop e del rock. Specialmente a partire dagli anni '60, quando la musica ha cessato di essere mero intrattenimento, ma è diventata poesia, politica, ribellione. Il '68 non sarebbe stato tale senza Bob Dylan, Keruaq, Guccini... In questo articolo non troverete i migliori parolieri del mondo, ma i miei preferiti. È una puntualizzazione importante: a volte si può riconoscere la maggior qualità di un'artista, senza però negare che uno meno bravo riesca a raggiungere meglio la nostra sensibilità. Ad esempio, non ho dubbi sul fatto che il grande bardo sia il più grande autore della letteratura inglese, ma io preferisco comunque Oscar Wilde a William Shakespeare. Quindi non c'è bisogno che mi trolliate se dico che preferisco Vasco Rossi a Bob Dylan.

I migliori parolieri stranieri

Bob Dylan

Ebbene, sopra ho scritto una bugia, mi unisco a coloro che considerano "il poeta" come il miglior paroliere di sempre. Non ho dubbi, per i testi che ha scritto e per quello che ha ispirato. Lo considero, assieme a Jack Kerouac e Allen Ginsberg, il padre della beat generation. Una figura che, oltre ad averci allietato con le sue canzoni, ha dato i natali alla più grande rivoluzione culturale del '900. È merito loro, ed anche suo, se sono arrivati i Beatles, i Rolling Stones, Martin Luter King, Kennedy e Rosa Parks. Canzoni come Blowin' in the Wind, like a rolling stones e knockin' in heaven door sono ormai patrimonio della letteratura inglese, assieme a William Shakespeare e Osar Wilde. Non a caso è stato insignito del premio Nobel.

Pink Floyd

I Pink Floyd sono rinomati per le atmosfere che riuscivano a ricreare, per i suoni, per gli effetti speciali e per l'originalità della loro musica. Diciamolo: quasi nessuno sceglie di ascoltare i Pink Floyd per i loro testi, nemmeno io. Però, se ci si sofferma un secondo, ci si rende conto che sono i testi a completare magistralmente l'opera: The Wall, il contest album sulle sofferenze dell'uomo, è stupenda perché musica e testi si integrano perfettamente. Senza i testi l'album perderebbe il suo significato e buona parte della sua forza. L'assolo di chitarra su The Wall parte seconda rimarrebbe straordinario, ma resterebbe solo un un assolo straordinario, non sarebbe più la componente di un'opera d'arte assoluta. E cosa dire del testo allucinato (forse sarebbe più corretto dire allucinogeno) di Wish you where here? E Arnold Line? Uno dei loro primi brani, scritto da Sid Barret, dove il protagonista è un feticista che ruba vestiti? Credtemi, in quegli anni era rivoluzionario persino per la Gran Bretagna, tanto da essere compreso solo ternt'anni dopo. Roger Waters e compagni sono semrpe stati considerati un gruppo musicalmente all'avanguardia, ma lo erano anche i loro testi.

Rolling Stones

Sono stati i primi a mettere la ribellione nei testi delle canzoni, un po' come hanno fatto i poeti maledetti per la poesia. Nessuno ci era riuscito prima. I musicisti dovevano scrivere solo di cose belle ed avere una certa morale. Poi arrivano i Rolling Stones e ti scrivono canzoni come Brow Sugar e Simphaty for the devil, dove si osannano droga e satanismo. Hanno aperto una porta, dove poi è entrata una generazione di autori, come Led Zeppelin, Sex Pistols, Black Sabbath... Attenzione poi, che, questi testi saranno si maledetti, ma tutt'altro che grezzi. Sono dei raffinati capolavori, dove bene e male, buono e cattivo, rettitudine e perversione si confondono magistralmente.

Juaquin Sabina

Mi rendo conto che questa raccolta è straordinariamente "anglofona". E allora perché non inserire Jaquin Sabina, la mente geniale che ha concepito capolavori come "19 dias y 500 noches"? Quando vivevo a Valencia lo avevo definito il Vasco Rossi spagnolo. In realtà non ha nulla in comune con l'artista di Zocca, se non il fatto di essere il più seguito cantante in Spagna e per essere totalmente sconosciuto fuori dalla penisola iberica. Con i suoi testi irriverenti ha provocato le coscienze spagnole, che grazie a lui e Pedro Almodovar, hanno ricevuto una bella scossa dopo anni di assopimento franchista.

John Lennon

Se considero i Beatles sopravvalutati per la loro musica, li considero sottovalutati per il loro testi. Ecco, forse in questo sono stati dei veri rivoluzionari. Soprattutto in virtù del fatto che il rock americano che si era ascoltato fino ad allora, aveva dei testi che, definire demenziali, è poco. Sarà poi John Lennon, una volta lasciata la band, ad ispirare il movimento pacifista americano con i suoi testi e con le sue musice (di fatto sempre più minimaliste, quasi a non voler rubare spazio ai testi).

Led Zeppelin

I Led Zeppelin sono uno dei rari casi in cui, il leader riconosciuto del gruppo, non è il cantante, ma l'immenso chitarrista Jimmy Page. Jimmy era famoso anche per i suoi legami con il papa nero Alaister Crowley e le sue simpatie con il mondo del esoterismo e, forse, anche del satanismo. I testi dei Led Zeppelin sono pieni di questi riferimenti, ma, in realtà, i testi erano scritti dallo stesso Robert Plant. Misteriosi ed affascinanti, incomprensibili per un italiano che non abbia un minimo di conoscenza di Talkien, Re Artù e del ciclo bretone, una volta che ci entri dentro, ti catturano e non smetteresti mai di ascoltarli e approfondirli. Tutt'altro che banali. Come chi legge questo sito sa, qui sta una delle grandi differenze tra il rock europeo e quello americano: la ricchezza dei testi.

I migliori parolieri Italiani

Giorgio Gaber

Questo è il mio paroliere preferito. Ripeto, non il migliore, ma il mio preferito si. Non so come dirvelo, ma a volte penso che mi abbia letto nel pensiero e che lo abbia trasferito in musica. Adoro soprattutto il suo equilibrio, mai posizioni nette e preconfezionate, ma sempre riflessione. Un essere schierato, ma, nello stesso tempo, uno sforzo per capire la posizione dell'altro. Non solo, uno sforzo anche per far capire agli altri le proprie posizioni. Bellissimo il suo inno alla libertà, purtroppo ancora frainteso, e, la postuma, io non mi sento italiano

Francesco Guccini

Mettere in nostro cantastorie in quest'articolo è talmente scontato da apparire banale. Un autore fuori da tutti gli schemi. Può sembrare poi paradossale che, in questa classifica, troverete pure il cantautore di Zocca, che è il suo esatto contrario. Vasco è un copywriter, una persona che con poche parole ti vuole colpire al cuore, il maestro di Pavana invece "spreca" parole, è straordinariamente prolisso, non si pone il problema che una canzone pop, almeno in teoria, debba durare meno di 4 minuti e avere 16 strofe.  Se leggete le regole da seguire per scrivere un buon testo, scoprirete che Francesco Guccini non ne segue nemmeno una, eppure il risultato è pregevole. Aggiungo che, paradossalmente, questo maestro non ha avuto nessun discepolo. Nessun'altro oltre a lui sarebbe riuscito a scrivere testi fuori dagli schemi come la locomotiva e eskimo. Perfino, l'ormai leggendario, Bertoncelli, nel suo libro Pop Story lo lascia fuori, lo esclude dalla pletora dei musicisti Pop, proprio perché fuori da tutte le regole. Sarà, come il critico disse, un'esclusione "benevola", e credetemi se vi dico che Bertoncelli era tutt'altro che benevolo.

Fabrizio de André

Genio assoluto, per musiche, testi, suoni, originalità, valori... da qualunque lato lo guardiate, Faber resta un genio. I suoi testi non si fanno apprezzare solo perché sono perfetti endecasillabi in rima baciata, ma perché, alle spalle, c'è una ricerca certosina sulla linguistica, sulla storia e sulle tradizioni che girano attorno al tema. Leggendario il testo di bocca di rosa, dove mette sullo stesso piano l'amore sacro e l'amor profano, o la guerra di Piero, dove mescola guerra, pacifismo e cinismo in un unico calderone, dove a vincere è il peggiore dei mali: l'indifferenza.

Vasco Rossi

E cosa dire dei testi di questo grande autore? Da qualcuno definito copywriter per l'efficacia e l'immediatezza delle sue frasi? Prendete una frase a caso e mettetela qui: effetto assicurato. Se quest'artista ha riunito 4 generazioni è perché è un genio a tutto tondo ed ha saputo aggiungere, a delle musiche mostruose, dei testi altrettanto straordinari, tanto che oggi si studiano anche a scuola. La sua forza sta proprio nella perfetta combinazione di musica, testo e interpretazione. Lo considero inoltre uno dei padri dei testi moderni. Ogni volta non è la mia canzone di Vasco Rossi preferita, ma è quella che ha rivoluzionato il modo creare una stesura. Chi segue questo blog non resterà stupito se dico che Vasco Rossi è il mio autore preferito.

Mogol

Ovviamente, se parliamo di parolieri, non può mancare Mogol, il paroliere per antonomasia. Colui che ha scritto i versi che verranno magistralmente interpretati da Lucio Battisti. Eppure, ogni volta che parlo di Giulio Rapetti si scatenano le polemiche. Perché? Semplicemente perché lo considero sopravvalutato. Prima di partire coi flame però, cercate di capire cosa intendo per sopravvalutato: per anni ho sentito ripetere che Mogol fosse il più grande paroliere italiano di sempre, talmente superiore, da dover escludere ogni dibattito sull'argomento. Lui è il migliore, punto. E, se la pensi diversamente, non ci capisci niente di musica. Ebbene, secondo me anche lui si può discutere. È stato uno dei grandi, se dovessi fare una classifica dei migliori dieci lo inserirei di sicuro, ma non lo andrei a mettere tra i primi tre. Alla fine la storia mi ha dato ragione: finito lo splendido connubio con l'interprete di Poggio Bustone è finita anche la sua grande popolarità. Aggiungo una nota personale e perfettamente discutibile: scommetto che 9 suoi sostenitori su 10 non li hanno nemmeno capiti i suoi testi e cantino "mare nero" senza sapere cosa sia questo mare nero.

Valerio Negrini

Alzi la mano chi lo conosce! Nessuno vero? Peccato, perché chissà quanti di voi hanno cantato il loro testo. Non ci credete? "Pensiero" dei i Pooh vi dice qualcosa? Negirni era il batterista nonché l'autore della maggioranza dei testi dei Pooh. Non sono un fans dei Pooh, ma volete sapere perché lo considero un grande? Perché i suoi testi, che oggi possono sembrare banali, in realtà furono rivoluzionari. Ad esempio il brano "Pensiero", che molti di voi considerano una canzone d'amore, parla di un carcerato condannato ingiustamente. Era da poco passato il 68 e questi erano i primi testi a carattere sociale. Un importante contributo alla rivoluzione culturale, che andava in contrasto con le vecchie canzoncine d'amore

De Gregori

Premetto che è tale la mia stima per quest'artista che a lui devo questo sito. Infatti è nato con l'intento di trovare un significato alla canzone "hanno ammazzato Pablo". Quindi, non se la prendano i fans che accenno a qualche critica: molti dei testi dell'artista sono incomprensibili, a meno di non conoscere le vicende personali del cantautore. Frasi come "chi mi ha fatto le carte mi ha chiamato vincente" o simili, sono riferimenti alla sua vita reale. Altri grandissimi artisti lo hanno fatto, primi tra tutti Paul McCartney. Ma si tratta di una pratica che io non condivido: non ha senso che un testo abbia senso solo per chi conosce le vicissitudini personali del compositore. A meno che non siano socialmente rilevanti. Ovviamente si tratta di un opinione personale. 

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