Significato di Dio nelle canzoni di Vasco Rossi.
Spesso accade che siano proprio gli artisti dichiaratamente atei a scrivere le più belle canzoni che parlando di Dio. In realtà la cosa non mi sorprende: chi ha una fede solida non ha bisogno di essere alla continua ricerca di un Dio o di un perché. Se poi, a sentire la mancanza di una fede, è un poeta, allora il gioco è fatto. Di recente, persino Famiglia Cristiana ha espresso il suo apprezzamento per la visione di Dio nelle canzoni di Vasco Rossi. E non finisce qui, su youtube potete trovare l'immenso don Ciotti, calato nelle vesti di giornalista, intervistare il cantautore di Zocca ed apprezzare la sua visione di Dio. Per chi non lo sapesse, don Ciotti è il fondatore di "Libera", la più grande cooperativa nata con l'obiettivo di liberare l'Italia dalla morsa della mafia.. Aggiungo qui il link alla pagina dell'associazione libera, non che abbia molto a che fare con quest'articolo, ma voglio promuovere, nel mio piccolo questa grande, coraggiosa e giusta associazione, che lavora per il bene del paese. Ricordatevi che, chiunque combatta contro le mafie, sta combattendo per la tua libertà, anche se vivi in Friuli, dove la mafia sembra non esistere. Eccovi dunque la risposta al significato della parola Dio nelle canzoni del grande cantautore di Zocca. Ho elencato le canzoni più significative in ordine cronologico. C'è ne sono altre, che possono toccarvi più o meno da vicino, a seconda delle vostre esperienze di vita e della vostra sensibilità. L'obiettivo, in quest'articolo, è illustrare come, nel corso della vita, la sua visione di Dio sia cambiata (come cambia per ognuno di noi).Portatemi Dio.
Il Vasco giovane, ateo e incazzato. Non tanto con Dio, ma con in cristiani. I cristiani ci tormentano dicendo che dobbiamo ringraziare Dio per averci donato la vita, perché la vita è bella, perché Dio ci ha creato e ci ama e ci vuole tutti felici. Ebbene, Vasco è tormentato, soffre, sta male. Immaginate come si sente una persona che già vive nella sofferenza a doversi sentire tutti questi ritornelli. Finisce per sentirsi sofferente, ma anche solo e incompreso. Fa quasi rabbia il sorriso stampato nella faccia di chi, secondo il motto di Domenico Savio, fa consistere la santità nello stare sempre allegri. Sentivo dire di recente, da un sacerdote discutibile, che il cristiano ha il dovere di essere felice, perché, a differenza di tutte le altre religioni, ha il Cristo! Bene, oltre alla sofferenza, all'autore sale anche la rabbia. Davvero è Dio che mi ha creato? È lui la causa di tutto? Bene, cari cristiani, allora, visto che sapete tutto, rispondete voi alle mie domande (visto che Dio non si prende il disturbo di farlo)! Ditemi: che senso ha questa vita? Dov'è questa felicità? Perché dovrei essere felice? Davvero credete che esista un Dio che ha creato tutto questo? Bene, allora venga qua e mi chieda scusa e, soprattutto, visto che mi ha fatto soffrire tanto ed è onnipotente, che mi ripaghi di tutte le sofferenze che mi ha cagionato. Ma in realtà, secondo me, il messaggio non è nemmeno questo. È quasi una burla, una presa in giro dei Cristiani da oratorio. Una cosa del tipo: ma vi rendete conto che tutto quello che mi venite a propinare come una verità assoluta è solo pura ipocrisia? Felicità? Gioia? Meraviglie del creato? Vita meravigliosa? Ma dove sono? E allora, banalità per banalità, visto che io queste cose io non le ho avute, allora chiederò a Dio di essere almeno pagato per questo.
C'è chi dice no.
Epica la frase: "tanta gente è convinta che ci sia nell'aldilà, qualche cosa o chissà... quanta gente comunque ci sarà che si accontenterà... c'è chi dice no!"... Bene, con l'efficacia di un copyrighter, con queste due frasi, ha perfettamente sintetizzato il suo pensiero. Ha superato la fase di "portatemi Dio", della rabbia e della reazione e sta entrando in quella dell'indifferenza. Voi che credete nel paradiso e nell'inferno e che mi volete insegnare come vivere, per guadagnarmi il mio ruolo nell'aldilà... bene, non c'è bisogno che vi disturbiate tanto... mi accontenterò di quello che trovo. Ancora ironia, sempre presente nei suoi testi, ma meno rabbiosa di prima. Questa volta, più che l'ipocrisia, Vasco attacca chi ha "la verità in tasca". L'approccio, però, è di chi si sente superiore a queste banalità, non entra nemmeno nel merito, non gli dice che stanno sbagliando o chissà che, gli dice semplicemente, guarda caro, magari hai ragione, ma non importa, io sono umile e mi accontenterò di quello che ci sarà...
Gabry
Anche su Gabry svetta la frase, che sa un po' di arroganza "e non ci sarà più Dio perché ci sono io". In realtà questa frase non ha molto di mistico e non è nemmeno legata all'immenso ego del cantante. Gabry è una ragazzina che, come tutte le ragazzine, si innamora del suo uomo (almeno negli auspici del fortunato) che, da quel momento, lo penserà sempre. Un po' come per le religioni, Dio dovrebbe essere sempre al centro dei nostri pensieri.,
Un mondo migliore.
Qui c'è l'uomo maturo. Non si parla più di oratorio e religioni, ma di fede e di Dio, con una consapevolezza: l'aver perso la fede (Vasco dichiara di averla persa a 15 anni) è stata una brutta perdita. Vivere senza poter credere in un mondo migliore (nel paradiso o, comunque, nell'aldilà) è davvero molto difficile. Se non ci si pensava molto quando avevamo vent'anni, il pensiero diventa quasi ossessivo quando si passano i sessanta. Come dire: basta puntarmi il dito contro, essere ateo non è un lusso che si prende per non essere obbligati ad andare a messa o a dire le preghiere, ma una sofferenza in più, la mancanza di un punto d'appoggio. Non solo: l'ateismo non è una scelta della quale ci si debba sentire in colpa, la fede o c'è o non c'è, e non dipende da noi. Averla è una fortuna, perché ci è d'aiuto nei momenti difficili. Non averla è una condanna. Ed allora, non aggiungiamo condanna a condanna. Perché mi devo sentire in colpa? Non l'ho ho scelto io, se avessi potuto scegliere avrei scelto la fede...
Manifesto futurista della nuova umanità
Da vecchi si ritorna bambini, vero? Questa canzona ricorda molto portatemi Dio, anche se, ci sono delle sfumature che ne stravolgono completamente il senso. Cominciamo col dire che il nemico sono sempre i Cristiani con la verità in tasca. Ancora una vita di sofferenza, una vita difficile, una vita di scelte sbagliate. Soprattutto una vita senza un'entità superiore che ti indichi la strada giusta (come negli Angeli). L'uomo è solo! O almeno, io sono solo, e nessun Dio è mai accorso in mio aiuto quando ne avevo il bisogno. Scusami Dio se non credo più in te, perdonami! Ma cosa ci devo fare se nel momento del bisogno non ti sei mai fatto vedere? E, comunque, caro Cristiano, sappi che vivere senza Dio è stato motivo di grande sofferenza, quindi credo di avere già espiato la mia colpa. Anzi, visto che tu hai un Dio che ti indica sempre la strada giusta, evita di venire a tormentare uno come me che non ha questa fortuna. Aggiungo una nota: la frase "la cosa più semplice sarebbe quella di non essere mai nato", recitata in questo contesto, mi ricorda terribilmente "The Bohemian Rapsody".
Un senso
Non si parla di Dio, almeno direttamente, ma la frase "voglio trovare un senso a questa vita, anche se questa vita un senso non c'è l'ha" sintetizza perfettamente il pensiero del cantautore. Lo spiega bene nell'intervista che allego a fine articolo. Secondo Vasco la vita non ha senso e non esiste nessun Dio, siamo noi che abbiamo un bisogno ossessivo di dare un senso a tutto, ma, la cosa grave (e questo potete vederlo nell'altra intervista, quella con don Ciotti) è che una volta inventato un senso, sentiamo l'obbligo di imporlo agli altri.
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