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Una terra promessa, un mondo diverso, ma irraggiungibile

Alessandro Bono Sanremo 1994
Una terra promessa, un mondo diverso ... così recita il ritornello di un brano molto famoso, che vinse l'edizione di Sanremo 1984. Un brano di speranza e di riscatto sociale che portò Eros Ramazzotti al trionfo. E se io dicessi che questo brano non doveva cantarlo Eros?
Ebbene sì: Terra Promessa è la canzone che ha portato al successo Eros Ramazzotti, ma chi doveva interpretarla davvero era Bono!
Ma come? Bono Vox, degli U2? No, niente di tutto questo. Il cantante in questione si chiama Alessandro Pizzamiglio, in arte Alessandro Bono, morto a 30 anni il 15 maggio 1994. Un cantante che è stato ingiustamente dimenticato.

La canzone rubata

Come detto, Alessandro Bono doveva interpretare la canzone "terra promessa" scritta dai suoi produttori di allora, Brioschi e Salerno, nel 1983, ma suo malgrado era solo un ragazzo di poco meno di vent'anni tossicodipendente, che aveva imparato a suonare piano e chitarra da solo, quindi non era nessuno, per quanto figlio di Riccardo Pizzamiglio (factotum della Ricordi e che poi ha lavorato nella casa discografica di Battisti e Mogol) pertanto il povero Alessandro non era nemmeno iscritto alla SIAE. Se non ti pieghi ai carrozzoni, non sei nessuno. E così la canzone Terra Promessa fu registrata con i diritti d'autore a nome di Eros Ramazzotti, ed Eros si portò a casa il festival.

Alessandro Bono, spazzatura!

Grazie al suo nuovo produttore Mario Lavezzi Bono ha lavorato sodo, nel mondo della musica e ha avuto anche un grande successo nel 1988 con la canzone "Gesù Cristo", forse una delle sue più conosciute.
Gesù Cristo, ritorna! Perché qui abbiam bisogno di te. Per favore, ritorna! Hanno sporcato tutto quello che c'è ...

A mio parere questa canzone è molto attuale, perché chiede a gran voce un ritorno dei valori di amore, rispetto, accoglienza e speranza di Gesù che possano fare un po' di pulizia delle brutture che ci sono in giro. Ma nonostante il successo della canzone Gesù Cristo, Bono non andò molto oltre anzi è stato criticato perché faceva dei testi abbastanza scomodi e con un linguaggio, per l'epoca, inusuale nella musica. Degna di nota è la canzone Spazzatura che parla in un modo molto crudo, della droga. Tossicodipendenza che Alessandro ha sconfitto, come più volte ha dichiarato, grazie alla musica e all'aiuto di Mario Lavezzi. Nel brano parla di un amico deceduto per overdose.
Ho visto un cigno sporco allo zoo
Sdraiato su una panca più in là c’eri tu
Mio caro vecchio amico, perché non ti alzi più?
...questa vita non conosce la pietà, il semaforo è già verde e questa gente se ne va ... ...vita stupida da polli nasci compri e te ne vai

Rock and roll del cavolo!

Nel 1990 Alessandro è finalmente fuori dalla droga, e dal rapporto con la sua compagna Graziella, nasce la figlia Vittoria. Non posso saperlo e non posso quindi considerarlo verità, ma mi piace pensare che il nome Vittoria sia stato scelto proprio per questo: dopo aver tanto lottato, finalmente Alessandro è riuscito a realizzarsi, musicalmente e nella vita personale, essendo stato chiamato come supporter in molti concerti di grandi artisti tra cui David Crosby, Tracy Chapman, Gino Paoli, e anche Bob Dylan.
Nel 1991 quindi pubblica l'album Caccia alla volpe, in cui sono degne di nota due canzoni in particolare: "io e te", dedicata proprio alla figlia Vittoria, e Rock and roll del cavolo - questa canzone dovrebbe aver proprio fatto arrabbiare numerose case discografiche penso! Prende in esempio la favola della volpe e il corvo, per mirare in realtà a tutti quei cantanti che si lasciano adulare da promesse false dei discografici. Quelle che son state fatte a lui?
Diciamo pure che Alessandro Bono, quando deve fare una critica, non ci mette la scala. Va giù dritto, come una coltellata. Anche Bennato ha criticato i contratti capestri dei discografici nella canzone "il gatto e la volpe", ma è stato molto più soft (anche il Vincenzo di Alberto Fortis sembra sia un discografico)!
Eppure lo dovresti sapere
Che anche vendendo il sedere
Non diventi più ricco
Semmai più sciocco
Rock & Roll del cavolo, Quasi un mal di mare sai.
Coltivo la stupidità, e non imparo mai.
Che delusione che tu mi dai
Ricordati la prossima volta risparmiala a qualcuno se puoi, se puoi!

E come se non bastasse, ci va ancora giù più pesante se possibile, giustamente.
Rock & Roll del cavolo
Quasi un mal di mare sai
Pretendere la fedeltà
Da una baldracca mai
Che delusione che mi dai
Ricordati la prossima volta
Ti prendi un vaffanculo vedrai

Non la avevo mai sentita prima, ma ho i miei dubbi che Rock & Roll del cavolo possa esser mai passata in radio ...


A Sanremo con un amico vicino: il duetto con Andrea Mingardi

Dopo aver partecipato a sanremo nel 1987 con "nel mio profondo fondo", Alessandro ritorna al festival nel 1992 con un altro pezzo, a mio parere molto profondo: Con un amico vicino, cantata in coppia con Andrea Mingardi e si classifica al terzo posto tra le nuove proposte. Non è più l'Alessandro arrabbiato col mondo, ormai ha trovato la sua dimensione. E' fuori dalla droga, ha una moglie e una bambina e pensa che ormai le porte gli siano tutte aperte.
Con un amico vicino, si può parlare, con un amico vicino, ti puoi sfogare, perché un amico vicino, di commenti non ne fa. Rimane qualche domanda senza risposta, ma se l'amico non parla, non parla apposta. E puoi riuscire a salvarti, e venir fuori da un gran casino ... con un amico vicino!

Forse, con tutto quello che ha passato e con le persone che gli sono state vicine, questa canzone è un po' un ringraziamento agli amici, compreso Andrea Mingardi con il quale l'amicizia è durata nel tempo e il quale, dopo la sua morte, gli dedicherà un brano: "io canto per te".

Il passato fa pagare sempre il conto

Purtroppo è così: ogni scelta che si compie nella vita, porta con se delle conseguenze più o meno irreversibili ed è stato così anche per Bono. Gli anni della tossicodipendenza hanno lasciato il segno e così Alessandro si è ammalato di AIDS. L'immunodepressione gli portò un tumore polmonare per il quale venne operato, ma lui coraggiosamente, contro il parere dei medici, decise di ritornare sul palco di Sanremo ancora una volta: ancora la musica, più forte della malattia.
Fatto sta che Alessandro si presentò sul palcoscenico con una gomma in bocca: maleducazione? No, in realtà era per riuscire a gestire l'eccessiva salivazione, ma Pippo Baudo gliela fece sputare. All'epoca avevo 14 anni e insieme a molti coetanei ci facemmo delle risate grasse per questa storia della gomma, non capendo cosa fosse successo. Così come prendemmo in giro questo sconosciuto Alessandro Bono, perché stonatissimo, e perché nella sua canzone "oppure no", cantava un testo a dir poco incomprensibile, con parole tipo:
E quando credi che l’amore tuo è solido come un bel sasso, poi per un’occhiata appena, ti senti un materasso
Verrà il giorno in cui sarai col sedere grosso come una balena, io come adesso ti amerò che hai un fisico da sirena.
Oppure no, io questo non lo so!
La risposta amore mio, è nascosta nel tempo. E ogni giorno che va via, è un quadro che appendo. Mi piace vivere!
Già uno arriva sul palco con la gomma in bocca. Poi stona. Poi ti canta del sedere grosso come una balena, e per tutta la canzone ci caccia un "oppure no, io questo non lo so", ogni cosa che dice. C'è 'sto quadro che appendo, questa risposta nascosta nel tempo, troppe domande scomode poste forse al target sbagliato. E così finisce che Alessandro arriva sedicesimo a sanremo e non se lo ricorda nessuno.
Nessuno ha capito, fino a che Bono non è morto, che in realtà quella canzone voleva raccontare proprio la storia della sua vita fatta di continue risalite e discese, una vita ormai giunta al capolinea. Un'esortazione per gli altri a non commettere gli stessi suoi errori, sbattendo loro in faccia la sua malattia senza però fare troppo rumore.
Messaggio arrivato, Alessandro. Siamo in pochi a ricordarti, ma siamo qui per farti conoscere a chi è arrivato tardi.
Alessandro Bono - Oppure no - Sanremo 1994 - ammazza quanto eri roco Bono! Quanti sforzi che hai fatto per poi sentirti dire stonato. Tanto di cappello invece!
L'unico dispiacere è che la fatidica terra promessa, della prima canzone che Alessandro doveva interpretare, lui non l'abbia mai potuta raggiungere davvero.

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