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Mango: una rondine volata via troppo presto

"Dove sei? Dove sei? Sei la rondine andata via, sei un volo a metà, sei nel cielo sbagliato." Queste sono le parole di Mango, nella canzone "la rondine", una delle tantissime che, nel panorama italiano, parlano di uomini lasciati soli da donne che li scaricano all'improvviso, senza fornire loro uno straccio di spiegazione. Ho scelto un estratto di questo brano, perché costituisce una metafora perfetta di quanto successo proprio al cantante Mango, il quale la sera del 7 dicembre 2014, a sessant'anni appena compiuti, se n'è andato improvvisamente per un attacco cardiaco.
Era una mattina come tante, quella dell'8 dicembre 2014 e mi stavo accingendo a fare delle commissioni, i soliti noiosi regali di natale in quasi extremis, e la notizia è sopraggiunta così, come una bomba, tramite notifica istantanea su twitter: "un infarto stronca Mango, all'età di 60 anni". Non ci volevo credere. Non avevo mai amato granché Mango, ma mi dispiaceva comunque, allora ho cercato di approfondire cosa fosse accaduto davvero.
"Mango muore sul palco, cantando Oro", queste furono le prime notizie. Oro. Proprio quella canzone della pubblicità, e di cui stava celebrando i trent'anni da quando era uscita! Pensa te. Morire sul palco mentre canti il tuo più grande successo!

Quanto oro ti darei ... non è tutto oro quel che luccica

Per averti pagherei, un milione e anche più. Anche l'ultima Marlboro darei, perché tu sei oro... Un diamante per un sì, per averti così...

Dall'intro e il ritmo, pare la solita canzonetta del pretendente frustrato che si perde rinunciando a tutto, per una che nemmeno lo calcola di striscio.
Eppure il buon Mango, è molto più sorprendente di così, perché di canzoni così ce ne sono già troppe e, sicuramente, il successo di "oro" non è dovuto soltanto alla pubblicità in cui è stata inserita e al ritmo orecchiabile:
Distesa, pura, MA tu ci stai, accetti e ci stai!
E così tu cadi giù, e non ti voglio già più...

Cioè ma come? Uno che presumibilmente è fumatore, disposto anche a rinunciare alla sua ultima sigaretta oltre che alla sua ricchezza, per dimostrarti quanto lui tenga alla tua compagnia. Tu ci stai, sei là bella pronta e lui non ti vuole già più? Ma che fregatura, vero? E pure si domanda perché tu ci stai e non ti fai tanti problemi!
Abbiamo detto. Mango non era soltanto un cantante di canzoni romantiche, ma la sua canzone fornisce anche degli spunti di riflessione.
Inaccessibile non sei, non con gli Dèi. Tu sei senza Dèi...
Quanto oro ti darei, per averti così, distesa, pura, ma tu ci stai. Perché accetti e ci stai?
Perché non ti elevi su di noi, e resti lì, celeste così
Io ti vorrei immune dal sesso, perché ti daresti anche adesso...

Qui ci sono varie interpretazioni. Qualcuno sostiene che si parli di prostituzione, una bella ragazza, che a vederla sembra quasi una divinità ma poi una volta che l'uomo le si avvicina, si rende conto che gli basta letteralmente comprarsela. Oppure, senza scomodare la prostituzione, si tratta semplicemente di una persona alla quale non frega niente di avere qualcuno che le vuole bene accanto, le basta solo un portafoglio bello pieno.
Dal punto di vista dell'uomo, è una critica non solo verso l'eccessivo materialismo, ma anche verso quell'atteggiamento di considerare una persona come una divinità irraggiungibile fino a quando non ci si accorge che è un essere umano, con tutte le necessità umane, e per questo possa finire di suscitare interesse.

La morte in diretta

In quest'epoca di social network e videocamere puntate ovunque, accade spesso e volentieri di realizzare dei video o selfie in momenti irripetibili, nel bene e nel male. Lo spettatore che stava registrando il concerto di Mango a Policoro, tutto si aspettava tranne di vederlo morire e riprendere la scena! Eppure è successo proprio che il video del malore è stato messo su youtube e diffuso in maniera esponenziale nei media più o meno ufficiali. Nel video si vede Mango che intona la canzone "oro" alla tastiera, accompagnato dal chitarrista. Ad un certo punto si sente la sua voce che diminuisce di forza, ed il pubblico che gli dà man forte cantando la canzone al posto suo ... a un certo punto la musica si interrompe, lui dice "scusate!" e parte un applauso, poi il rumore delle persone intorno che capiscono e rimangono sconvolte dal dramma a cui hanno appena assistito, anche se, penso, nessuno si sia reso veramente conto nell'immediato di quanto stesse succedendo. Addirittura un tizio ha detto: "La morte in diretta!" e qualche commentatore si è pure indignato per questo, oltre che per l'applauso, quando invece le persone battevano le mani a Mango come segno di incoraggiamento senza probabilmente sapere che ormai il povero Giuseppe se n'era già andato o, almeno, aveva perso i sensi. Penso che anche un commento come "la morte in diretta", faccia parte dello shock: quando vivi una simile esperienza, posso assicurarlo. Sul momento sei capace di dire qualsiasi cosa! Non penso che il tale si stesse immaginando una cosa simile, chissà, avrà pensato che era un semplice malore di passaggio. Il mio caro nonno paterno morì così, nel 2003 ovviamente a un'altra età, 86 anni contro i 60 di Pino Mango. Fuori dal ristorante, nel posto che amava, davanti a noi familiari. Non appena mi resi conto che stava male, per fargli forza gli dissi "dai nonno, non vorrai mica morirmi qua davanti a tutti, vero?" Glielo dissi con relativa leggerezza, senza rendermi conto che non era svenuto. Se ne era già andato nel giro di pochi secondi, nonostante successivamente hanno tentato il tutto e per tutto di rianimarlo per quasi un'ora... così come hanno fatto con Mango, del resto.
Facile indignarsi di fronte alle reazioni della gente che assiste a una cosa del genere, specie quando se ne è spettatori in differita su un video al sicuro nel proprio letto o divano, magari abbracciati ai propri cari. Quando assisti personalmente a una morte improvvisa e tocchi con mano lo shock che comporta, l'indignazione te la fai passare. Poco ma sicuro. Ovvio che però, sono convinta, quelle persone che dovessero rivedere la loro reazione nel video, resteranno turbate dal proprio comportamento, perché a posteriori è normale che subentri la razionalità e il senno del poi.
D'altronde alla morte è molto difficile pensare, anche quando te la vedi che ti si para davanti al naso in tutta la sua forza. Anche perché, Giuseppe Mango non è stato il solo: proprio nella camera ardente di lui, suo fratello Giovanni è morto anche lui di attacco cardiaco, così come si sono sentiti male gli altri due fratelli poco dopo, anche se per fortuna si sono salvati. Evidentemente la stessa cardiopatia genetica.

Perché non togliete quel video?

Già da quando è successo tutto, c'è stato un via vai di polemiche: quel video dev'essere rimosso! Non va tenuto, toglietelo, vergogna.. e altri utenti al contrario dicono "la morte di Mango è una morte dignitosa, è giusto che sia nel video, che sia di esempio per tutti, la testimonianza della nostra brevità".
In effetti, anch'io la penso così: quel video è la testimonianza di una persona che CHIEDE SCUSA di fronte alla propria debolezza, al proprio sentirsi male.. alla propria umanità, l'uomo e non il mito. Una persona che prima di andarsene, ha a suo modo salutato le persone che l'amavano. Una morte avvenuta probabilmente senza soffrire, mentre lui svolgeva il lavoro che amava.
Il mio pensiero di blogger però non ha importanza: chi ha espresso un pensiero molto più significativo è stata Laura Valente, la moglie di Mango, con una lettera pubblicata il 9 gennaio 2015:
Un breve passaggio credo vada fatto anche riguardo la polemica sollevata dal video di Policoro, che ho visto e rivisto non so quante volte, nonostante fossi lì quella sera, per cercare di capire come mai nessuno di noi avesse capito, per cercare di capire se lui avesse capito, per cercare di capire se fosse giusto lasciare il video in rete o, in quanto unici eredi legittimi a tutelare l’immagine artistica e personale di Pino, pretenderne la rimozione immediata, come tanti di voi avevano auspicato.
Cari amici, ancora non lo so. Una parte di me non tollera che i ragazzi possano vedere la morte del padre spiattellata pubblicamente, ma un'altra parte di me continua ad avere dei dubbi..
..Spesso Pino aveva detto a me e ai ragazzi, sorridendo: "Se mai dovessi morire, vorrei che ciò avvenisse su un palco, mentre sto cantando, mentre faccio il mio lavoro!". E c'è riuscito, eccome se c'è riuscito.
Si dice che uno spettacolo, per essere di successo, debba avere necessariamente tre momenti "forti": l'inizio, la parte centrale e il finale. E lo spettacolo del suo passaggio in questa vita è stato di sicuro un successo, con un finale perfetto.
In un mondo di volgarità, di falsi valori, di voce alta, di polemiche e maleducazione, mi sento di poter affermare che il finale del suo spettacolo è invece un raro esempio di bellezza, eleganza ed umiltà, come d'altronde lo è stata tutta la sua vita.
Fonte: lettera integrale Laura Valente

Ultime performance di Mango

Non metterò, per scelta, il video della morte. Lascio che lo si ricordi proprio con la sua versione al pianoforte di Oro, intonata col suo pubblico il 9 settembre 2014.
Ciao Giuseppe, rondine volata via troppo presto!

Commenti

  1. Ma mi credi se non sapevo nulla di tutta questa storia? Ti propongo uno spunto di riflessione: quel volere una donna a tutti i costi e subito dopo averla avuta ripudiarla a me ricorda molto il concetto di amore perfetto di Oscar Wilde o di Cervantez. L'amore ideale è talmente alto ed elevato che, nel momento in cui si realizza e diventa materiale, perde tutta la sua forza. Succede a Dorian Gray quando ottiene le grazie della donna amata, ma anche a don Quijote quando, a detta del suo scudiero, Dulcinea è disposta a conoscerlo (in questo caso sarà lo stesso cavaliere a rimanere deluso e a spiegare a Sancho che il grande amore di un cavaliere deve rimanere un ideale)

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    1. ma davvero non sapevi niente di quanto successo a Mango? Io purtroppo sono stata sfortunata a livello di letteratura, a scuola l'ho approfondita pochissimo, per cui spesso e volentieri non traggo i collegamenti tra la musica e le esperienze della letteratura. Però quel tipo di sentimento si vede spesso, la donna-angelo è così per Dante, per Petrarca, per un sacco di autori anche italiani, è così fin dall'antichità.

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