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La ballata dell'amore cieco: quando Faber canta gli amori malati

Canzone sugli amori malati

De Andrè e la ballata dell'amore cieco

Quante sono le canzoni che parlano di amori che finiscono male, gente che muore per amore, oppure violenza? Tante, come tanti purtroppo sono i veri fatti di cronaca che coinvolgono uomini o donne che ci lasciano la vita per colpa di un amore sbagliato. Questa canzone di Fabrizio De André, "la ballata dell'amore cieco", nella sua orecchiabilità, illustra tutto il male che può fare mettersi assieme alla persona sbagliata.
A sentirla, sembra quasi una canzonetta per bambini. Di quelle che uno canticchia sotto la doccia senza troppi scrupoli e stonando un po', con i vari tralallalla che ci sono in giro eppure, nella sua semplicità, questa canzone ha davvero un suo perché.
Un uomo onesto, un uomo probo
Tralalalalla tralallaleru
S'innamorò perdutamente
D'una che non lo amava niente.
Gli disse portami domani
Tralalalalla tralallaleru
Gli disse portami domani
Il cuore di tua madre per i miei cani.
Lui dalla madre andò e l'uccise
Tralalalalla tralallaleru
Dal petto il cuore le strappò
E dal suo amore ritornò.

Non era il cuore, non era il cuore
Tralalalalla tralallaleru
Non le bastava quell'orrore
Voleva un'altra prova del suo cieco amore.

Gli disse amor se mi vuoi bene
Tralalalalla tralallaleru
Gli disse amor se mi vuoi bene
Tagliati dei polsi le quattro vene.

Le vene ai polsi lui si tagliò
Tralalalalla tralallaleru
E come il sangue ne sgorgò
Correndo come un pazzo da lei tornò.

Gli disse lei ridendo forte,
Tralalalalla tralallaleru
Gli disse lei ridendo forte,
L'ultima tua prova sarà la morte.

E mentre il sangue lento usciva
E ormai cambiava il suo colore,
La vanità fredda gioiva,
Un uomo s'era ucciso per il suo amore.

Fuori soffiava dolce il vento
Tralalalalla tralallaleru
Ma lei fu presa da sgomento
Quando lo vide morir contento.

Morir contento e innamorato
Quando a lei niente era restato
Non il suo amore non il suo bene
Ma solo il sangue secco delle sue vene.

Il significato del testo di questa canzone è abbastanza evidente, si tratta di "una favola" in rima che ci parla di un amore estremizzato, ma può tranquillamente essere intesa come metafora di quei sentimenti malati in cui una delle due parti, uomo o donna che sia, manipola il partner fino ad arrivare a isolarlo dal mondo esterno (familiari compresi) e annullarne qualsiasi volontà, fino a portarlo alla morte. Quella sociale, o nei casi estremi quella fisica. Se questa canzone di Fabrizio De André potesse in qualche modo far riflettere su questo solo una persona ... si può dire che Faber ha fatto un buon lavoro!
L'ho scritto nei commenti, ma lo voglio aggiungere qui. Fabrizio de Andrè non è mai banale, e, mentre per la maggior parte delle persone è facile riconoscere la violenza fisica di un maschio verso una femmina, molto più difficile è riconoscere quella psicologica di una donna verso un uomo. De André evita di parlarci di quello che vediamo tutti, e ci narra una storia che rientra nel secondo caso. Una donna che, dopo aver "ucciso" un uomo, si accanisce sul suo cadavere. Non crediate che siano storie così rare, soprattutto quando di mezzo ci sono divorzi o tradimenti. Prima che a qualche troll venga in mente di accusarmi di difendere gli uomini violenti, specifico: non sto difendendo quei esseri inferiori che usano violenza verso le donne, sto solo dicendo che esiste anche una violenza di alcune donne verso gli uomini, molto più raffinata e, quindi, molto più difficile da captare, ma, non per questo, meno cattiva

Commenti

  1. Come sempre un'ottima interpretazione. Io però ricordo come fosse ieri la prima volta che la ascoltai (30 anni fa) e ne rimasi impressionato! Altro che canzone da cantare sotto la doccia. Anzi, il trallallallero mi faceva sembrare il brano ancora più cinico.

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  2. avrei voluto metterla per il 25 novembre questa, ma poi ho preferito optare per la morte di De André.
    La sua portata orecchiabile secondo me è stata una scelta per farla rimanere impressa alla gente. Più la tonalità in minore, che la rende tetra come una canzone che parla di morte dovrebbe essere.
    Avrà anche qualche decennio 'sta canzone ma è davvero attualissima.

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    Risposte
    1. Si vero...attuale più che mai...

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    2. Interessante però è notare che qui la vittima è l'uomo, non la donna. Sarebbe poco popolare oggi una canzone così, eppure... esiste la violenza (soprattutto fisica) di molti uomini (mi viene difficile chiamarli uomini, ma se li chiamassi bestie farei un torto agli animali) verso le donne, ma è molto più difficile cogliere la violenza, soprattutto psicologica, di molte donne verso gli uomini. Ho visto uomini distrutti da una donna, che, di fronte alla loro vittima, si accanivano, anziché provare tenerezza

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