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HIV: lo stigma uccide Ofra Haza, la Madonna d'Israele

ofra haza
Ofra Haza: una cenerentola finita male

C'era una volta una ragazza israeliana di origini molto povere, di nome Ofra. Dalla madre imparò a cantare, lottò contro molte difficoltà, fino ad arrivare a un successo planetario. Un giorno incontrò un uomo e, credendolo il Principe azzurro, si sposò col mostro che la uccise.
Potrebbe sembrare il riassunto di una Cenerentola senza lieto fine, invece è proprio la vera storia della cantante Ofra Haza, definita "la Madonna di Israele".

Ofra Haza e il messaggio di pace tra oriente e occidente

Nata a Hatikva, un quartiere di Tel Aviv, Ofra ha imparato a cantare fin da ragazzina seguendo le orme della madre, cantante di musica tradizionale dello Yemen. Dall'età di 12 anni ha preso parte a spettacoli teatrali a tema politico, i cui testi venivano cambiati a seconda dei governi in carica e fece due anni di servizio militare, obbligatorio in Israele anche per le donne. Forse anche per questa esperienza, Ofra coltivò un sogno: quello di poter portare un messaggio di pace in tutto il mondo.
Il suo sogno iniziò a realizzarsi nel 1983, quando riuscì a classificarsi al secondo posto, con una canzone intitolata "Hai", ma il vero successo lo ottenne nel 1988, quando arrivò prima nella Eurochart con il singolo Im nin'alu", vendendo moltissime copie soprattutto in Germania. In Italia si fece conoscere grazie a Sanremo, dove partecipò con una cover in inglese di una canzone di Raf, "today I'll pray", traduzione di "oggi un dio non ho". In America raggiunse il successo interpretando una cover di una canzone di Madonna, "open your heart", diventando, per il suo paese, "la Madonna di Israele". I suoi successi continuarono fino a fine anni 90, quando Ofra sparì dalle scene. Aveva conquistato e portato avanti il suo sogno, era un ottimo esempio di integrazione tra oriente e occidente, ma cosa le è successo?

Quando Ofra vide la morte in faccia per la prima volta

Nel 1987, in un viaggio di ritorno da Los Angeles, dove aveva tenuto un concerto giorni prima, Ofra precipitò, con un aereo Cessna, nel deserto tra Israele e la Giordania, a febbraio, quando tra giorno e notte vi è una fortissima escursione termica e venne ritrovata solo giorni dopo, dalle autorità. Viva, per fortuna. In questo contesto, Ofra più volte dichiarerà di essere nata una seconda volta quel 3 febbraio, giorno dell'incidente. Nel 1994, tra l'altro, Ofra sopravvisse a un secondo incidente aereo, stavolta in un Jumbo, in ritorno da Londra.

L'incontro con il marito Doron Ashkenasi

Ofra era una ragazza "tosta", come si dice in gergo, e non aveva dato mai spazio alla propria vita sentimentale. Così, quando conobbe Doron Ashkenasi, un imprenditore edile che lei incontrò nel set di un film a cui lei collaborò nel 1996, accettò di sposarlo dopo moltissime insistenze di lui. Come spesso succede a molte ragazze ingenue alle prime esperienze sentimentali, gli affidò completamente la sua vita.
Ofra andò a vivere con Doron nella villa di lui, una specie di "prigione dorata", dove lui la faceva vivere lontana da tutti, prendendo il controllo del conto corrente di lei, nonché costringendola ad abortire quando restò incinta. Nessuno poteva andarla più a trovare, lei doveva vivere come una reclusa, con un marito assolutamente possessivo che però, al contrario di lei, aveva una vita tutt'altro che sobria.

L'inganno più grande

Già, Ofra venne ingannata, dal marito. Chissà cosa le aveva promesso quell'uomo, una vita ricca, felice, senza pensieri e invece l'ha ridotta a una vita di costrizioni, e forse pure violenza, eppure al peggio non c'è fine: Doron si drogava, e aveva relazioni promiscue prima e dopo il matrimonio e, chiaramente, la moglie era inconsapevole di tutto. In uno di questi contesti si è infettato con l'HIV, che po trasmetterà Ofra, la quale era arrivata vergine al matrimonio.

Lo stigma che uccide

A inizio 2000, Ofra si ammala gravemente. Nessuno, come detto, poteva andare a farle visita perché Doron la teneva chiusa in casa. Raffreddore, bronchite, polmonite, queste erano le voci che giravano. Un drastico calo delle difese immunitarie si diceva, ma parenti, amici ed ammiratori erano molto preoccupati per lei. Finalmente, a inizio 2001, la sorella di Ofra costringe Doron ad aprirle per permetterle di farle visita, Ofra viene portata in ospedale, ma oramai era troppo tardi: muore il 23 febbraio 2001.
Naturalmente i familiari della cantante, accusano immediatamente Doron di averle trasmesso la malattia ma lui ha sempre negato, sostenendo anche di aver fatto il test. Morirà poi dir overdose e non potendo più fornire la prova contraria: secondo lui, la moglie si era ammalata per una trasfusione effettuata dopo un aborto spontaneo.
La cosa più triste è che, nel 2001, già i farmaci anti-HIV erano a disposizione, anche se erano i primi e quelli più difficili da somministrare. Ma, almeno secondo il racconto di amici e familiari, Ofra preferì lasciarsi morire piuttosto che affrontare quella malattia che per lei era un disonore.
La storia di Ofra Haza, è la dimostrazione palese che l'HIV non guarda in faccia nessuno e soprattutto che, di stigma, si può morire.

Commenti

  1. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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    1. Ho cancellato il commento perché era anonimo e attaccava in modo pesante alcuni personaggi pubblici. Lo trovavo comunque interessante, se lo ripubblichi firmato o se se smorzi un po' i toni, lo ripubblico volentieri. Anzi, magari lo vado ad integrare nell'articolo

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    2. Lei parla per sentito dire ho quello che ha letto su Internet, ho conoscito Ofra a 9 anni ascoltando un'emittente Israeliana, una voce unicam ami sentita prima, da cantante Classico, già io ero vla voce solista dell'International Conservatory of Schola Cantorum, mi ha portato li Renata Tebaldi che sentemdomi cantare la notte di Natale nel duomo di Pesaro mi ha segnalato alla sua ex casa discografica, cosi Ofra mi ha risposto inviandomi 1 Muisicass. ci siamo visti in Israele quando avevo 16 anni e da li siamo rimasti amici per tutta la vita, conoscevo bene la famiglia, le sue amicizie, B.Aloni e molti del Gov. Israeliano, perciò senza offesa, credi di saperna più di Lei, ho ancora i suoi minili, preziosi e 1 vestito di queli indossati a Montreux a al Jocob Stege Show, TV Tedesca. Lei può cancellere ciò che scrivo, ma non la verità e la sua ignoranza, sono della Rep. di San Marino (Samuele Martini), ho trascorso 1 vita con Lei, questi giorni sn 20 a. dalla morte, sono ancora in contattto con le sorelle, 1 in paticolare quella con capelli lunghi, che parla dell'ultimo di Ofra, so tante cose ma taccio per rispetto a Ofra, l'unica cosa è che era un po ingenua e sprovveduta nella vita sentimentale, ma io l'ho rispettata, ecco perchè fino all'ultimo minuto cosciente ha chiesto alla sorella se era arrivato Samuele..non aggiugiamo la beffa al dolore.

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