Antonello Venditti con una canzone di Bob Marley
A quasi quarant'anni dalla sua pubblicazione, questa canzone è tornata in auge: il merito è dello stesso Piero, protagonista della canzone, che si è rifatto vivo sul facebook dell'autore. Da trent'anni vive in Brasile, nessuna notizia di Cinzia invece.
Antonello Venditti nel corso degli anni 80 ci ha regalato canzoni che ancora oggi sanno andare dritte al cuore, grazie alla sua voce intensa e passionale, a cui aggiunge l'empatia di chi ha vissuto molte storie in prima persona per poi saperle mettere in musica.
Antonello non è solo un musicista, ma anche un musicologo, un'artista che ama la buona musica e i grandi concerti. La canzone di cui parlerò, è ambientata proprio in uno dei concerti evento del 1980: quello di Bob Marley, il 27 giugno a Milano.
La storia di Piero e Cinzia, è proprio ambientata nel viaggio di andata, pieno di speranze e sogni, e nel viaggio di ritorno, totalmente malinconico. La storia narra che, Antonello Venditti, nel viaggio di ritorno, abbia dato un passaggio al povero Piero, un ragazzo salito da Roma a Milano verso San Siro assieme alla fidanzata Cinzia, la quale, in mezzo a tutta la confusione del concerto, ha pensato bene di approfittarsene per dileguarsi tra la gente, scappando via da Piero e dalle proprie responsabilità, lasciando il povero ragazzo da solo e a piedi.
La spensieratezza di Piero e Cinzia
Come detto, il brano racconta una storia che parte spensierata e finisce triste, ma lo fa con una grande semplicità: una melodia che sembra cullarti, un ritmo mediamente lento e 4 accordi: in giro si suona con sol, re, mi minore, do; io di solito la faccio con re, la, si minore, sol con la chitarra acustica, ma ultimamente mi ci diverto con la smart keyboard di Garage band su iPhone, un'applicazione per suonare (o strimpellare, come nel mio caso).
La canzone racconta di due ragazzi che stanno insieme da quando lei va ancora a scuola, lui è un po' più grande. Tutti e due ammiratori di Bob Marley, con la spensieratezza tipica di chi si sta affacciando alle prime storie d'amore e con queste al mondo degli adulti.
Cinzia cantava le sue canzoni, e si scriveva i testi sul diario per sentirli veri. E proprio nell'ora di religione, quando tutto il mondo sembra buono, anche il professore.
Il ritornello della canzone, farà già capire quello che succederà dopo
E lo stadio era pieno, Cinzia e il suo veleno
Si capisce immediatamente che qualcosa non va, che Cinzia evidentemente aveva trovato la situazione migliore per potersene andare senza dover dare alcuna spiegazione. Ora purtroppo per scaricare uno senza troppi complimenti basta un SMS o un WhatsApp e poi bloccare il contatto da tutti i canali, negli anni 80 dovevi andare a un concerto affollato e poi dartela a gambe... (sei sicura Elena? Guarda che quella volta era facile sparire, e, a meno che il compagno non conoscesse il tuo vero indirizzo di casa, non aveva alcun modo per rintracciarti... niente cellulare, niente social.. Ricordo, ad esempio, che se volevi ritrovare una contatto che avevi conosciuto in discoteca, in spiaggia, al mare, alla stagione o ad un evento sportivo, ricorrevi a Città Nostra. Città Nostra, per chi non fosse di Pordenone, era il più popolare giornale di annunci. Esisteva la pagine degli incontri, che all'epoca non era popolata da annunci per massaggi, dove si facevano gli appelli, cose del tipo: "Sono Francesco, ci siamo conosciuti sabato sera al Manhattan, sono il ragazzo alto con i capelli castani. Ti chiami Giulia e sei di Spresiano. Se hai piacere mi puoi ricontattare al ... Si, non c'era tanta privacy, i dati si mettevano nel giornale alla mercè di tutti!)
Piero suonava, solo la musica Reggaee i suoi capelli erano serpenti neri, di medusa Marley
Sembra quasi che i due avessero anche fatto squadra: lei scriveva i testi e cantava, lui suonava. Rigorosamente Bob Marley! Ma, come avviene spesso nelle storie troppo spensierate, a volte non si fanno i conti e succede l'imprevisto:
Sposati di fretta, e con un figlio in arrivoUn figlio nuovo di zecca, da crescere bene.
Ecco che Piero e Cinzia si sono catapultati in un colpo solo nel mondo degli adulti. Nella realtà, all'epoca, Piero e Cinzia erano fidanzati e non sposati, ma Venditti ha voluto far capire come per loro in poco tempo fossero arrivate tante, troppe, responsabilità che li obbligavano a crescere in fretta.
Ma al momento, non c'era tempo per pensare ai doveri, alle incombenze della vita: dovevano andare a vedere il loro cantante preferito a San Siro, sarebbe stato un evento irripetibile e, sia quel che sia, non se lo volevano né potevano perdere per nulla al mondo.
Partirono insieme, destinazione san Sirocon tutto quello che avevano in tasca, un indirizzo sicuro.
Ricordiamoci che siamo negli anni 80, ancora c'era tantissima gente che girava in autostop, non c'erano navigatori satellitari e questi due avevano probabilmente poco niente di soldi in tasca, ma l'indirizzo dello stadio con tutti i sogni e le aspettative per quel grande concerto. Qui non si capisce se sono partiti con una loro macchina, o se da Roma a Milano erano andati su in autostop o coi mezzi pubblici. Certo è che Piero non aveva automobili, perché ha chiesto un passaggio ad Antonello Venditti.
A questo punto il ritornello si ripete due volte: "e lo stadio era pieno...". Povero Piero, c'è la sua compagna che gli sta giocando un brutto tiro sotto il naso, e lui non ne ha il minimo sospetto.
Finalmente arriva l'ora del grande evento:
E sì che Milano quel giorno era Giamaicacon quelle palme immense sulle strade vuote, e 41 all'ombrae quando gli idranti spararono sul cieloqualcuno disse: "guarda verso il palco, c'è l'arcobaleno!"
Non posso sapere se effettivamente quell'anno c'erano 41 all'ombra, all'epoca ero nata da poco più di un mese e stavo in ospedale. Comunque sia mi fido della descrizione di Venditti. Non riesco però a immaginarmi Milano con le strade vuote, mentre si preparava un evento del genere!
La situazione cambia, il concerto ha inizio, e Venditti parla delle proprie emozioni.
E venne la notte da centomila fiammellela musica correva come un filo su tutta la mia pelle.
Posso solo immaginare l'emozione che può aver provato lui, come tutti, ad un concerto simile con centomila persone allo stadio! Il ritornello si ripete: "ma lo stadio era pieno..." E il brano finisce con una supplica: "dai Cinzia torna a casa!", ripetuta con una melodia e i soliti quattro accordi che, in qualche modo, ricordano l'intro di "no woman no cry".
Un appello ascoltato
Il concerto era del 1980, Venditti, colpito dalla storia di questo Piero, ha scritto il brano nel 84. Da quello che ha raccontato lo stesso Venditti in un'intervista, successivamente, ha rincontrato Piero il quale gli raccontò che grazie a quella canzone Cinzia tornò "a casa", tanto che Piero ringraziò Venditti per aver saputo toccare con la musica le corde giuste.
Sui commenti di un video su youtube, avevo anche letto che questi Piero e Cinzia poi si erano anche separati, ma sinceramente non posso dare adito a notizie arrivate dai social senza alcuna fonte. Certo è che essere scaricati in mezzo a centomila persone, non è proprio proprio una cosa che si può perdonare tanto tanto facilmente!
Ma comunque siano andate le cose, questo brano rimane molto dolce e suggestivo, da ascoltare per sognare un po' di vivere ancora nell'atmosfera della grande spensieratezza e i grandi concerti.
Molto bella, ed anche utile, la spiegazione del testo della canzone.
RispondiEliminaLa nostra Elena è un fenomeno!
EliminaPiero si è rifatto vivo, nessuna notizia di Cinzia
RispondiEliminahttps://tg24.sky.it/spettacolo/musica/2021/01/02/venditti-piero-e-cinzia
Sta in Brasile da 30 anni.
EliminaGrazie
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