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De Gregori, Alice e il mondo che cambia

Francesco de Gregori canta Alice
De Gregori, con questa canzone, ha voluto scardinare tutte le convenzioni sociali e musicali riuscendo perfettamente nell'intento. Snobbato dalla critica, ma poi ...
Alice, forse una delle più famose canzoni di De Gregori, uscì per la prima volta nel 1973 partecipando alla manifestazione "un disco per l'estate" e classificandosi all'ultimo posto. Al tempo nessuno comprendeva il suo valore innovativo ed il fatto di raccontare tante storie in un unico brano, lasciava fortissime perplessità nel pubblico e nella critica. .
De Gregori è sempre stato considerato un cantautore criptico, ma forse questo testo, per le storie che racconta, sembra essere quello più struggente, quello che colpisce dritto al cuore, perché, pur non presentando un'unica storia di senso compiuto, permette di empatizzare con i personaggi pur non conoscendoli e non essendoci alcuna connessione tra loro.

La protagonista Alice

Si tratta di una ragazza, forse troppo ingenua o forse cresciuta in una famiglia iperprotettiva o forse con qualche problema cognitivo di cui, in quegli anni, era molto difficile parlare. Vive nel suo mondo fatto di gattini, sole, luna, mentre la realtà le ruota intorno e cambia, nel bene e nel male. Un'altra interpretazione può essere un riferimento ad Alice nel paese delle meraviglie e il suo mondo dei sogni, opposto a quello degli adulti.
Alice guarda i gatti e i gatti guardano nel sole
mentre il mondo sta girando senza fretta.
Alice sta là a pensare ai fatti suoi e ai gattini, e il mondo va avanti, incurante di lei; situazione tranquilla, giornata di sole. Non lascia presagire che possano accadere dei drammi, eppure questi accadono; il girare del mondo, il susseguirsi degli eventi, in contrasto con la staticità dell'anima e i pensieri di Alice.
Alice guarda i gatti e i gatti muoiono nel sole,
mentre il sole a poco a poco si avvicina.
[...]
Forse si sta parlando dell'alba. "muoiono nel sole" nel senso che la luce del sole prevale su tutto e i gatti mentre si fa giorno, passano in secondo piano nella visione comune, ma non nel pensiero di Alice.
Alice guarda i gatti e i gatti girano nel sole, mentre il sole fa l'amore con la luna.
Probabilmente è il tramonto, quando sole e luna si incontrano. Eppure questi gatti rimangono, come centro nel mondo di Alice, inconsapevole di ciò che le sta succedendo attorno, perché ogni storia di altri personaggi raccontata, si conclude con "e tutto questo Alice non lo sa". Certo, lei ha i pensieri di una bambina ingenua, o forse con problemi cognitivi e gli altri personaggi nella canzone volutamente non sono in alcun modo in relazione con lei, perché lei non è e non può essere in relazione con loro.

Chi è Irene?

Irene al quarto piano è lì tranquilla
che si guarda nello specchio e accende un’altra sigaretta.
E Lili Marleen, bella più che mai.
Sorride e non ti dice la sua età,
ma tutto questo Alice non lo sa.
Chi è Irene? Chi è Lili Marleen? Che relazione hanno con Alice?
Irene e Lili Marleen sono due figure contrastanti, forse rivali: la prima, è una ragazza probabilmente depressa, di cui De Gregori parla in un'altra canzone contenuta nello stesso album "Alice non lo sa", brano intitolato proprio Irene, che parla di questa ragazza la quale, sconfortata e sola, pensa di togliersi la vita. La vediamo quindi assorta nei suoi pensieri, ad accendersi una sigaretta dietro l'altra e guardarsi allo specchio, forse riflettendo su se stessa, su cosa ha da guadagnare e cosa da perdere.
Lili Marleen è una figura che contrasta e, a suo modo, sfida Irene: viene da una canzone tedesca, popolare tra i soldati della seconda guerra mondiale, che racconta di un militare al fronte il quale pensa alla propria ragazza, immaginando che rimanga sempre bella e giovane; un amore travolgente, opposto alla vita sentimentale disastrata di Irene, la quale si vede sfidata da questa rivale immaginaria, è invidiosa di lei. Cerca di smorzare il senso di rivalità e invidia chiedendosi quanti anni Lili Marleen abbia, ma non ottenendo risposta, si avvita sempre di più nella propria tristezza.

Lo sposo è la vera figura dominante

Il ritornello cambia drasticamente ambientazione. Siamo nella scena di un matrimonio, ma questo non è voluto da entrambi: lui ha messo incinta lei, e le convenzioni dell'epoca, vogliono che la coppia, amore o no, si sposi come unico modo diobbligare lui ad assumersi tutte le proprie responsabilità.
"ma io non ci sto più", gridò lo sposo e poi,
tutti pensarono dietro ai cappelli,
"lo sposo è impazzito, oppure ha bevuto
Ma la sposa aspetta un figlio, e lui lo sa.
Non è così, che se ne andrà.
[...] "Ma io non ci sto più, e i pazzi siete voi. Tutti pensarono, dietro ai cappelli, lo sposo è impazzito, oppure ha bevuto...
Cos'ha a che fare questo presunto matrimonio riparatore, con Alice? E perché è nel ritornello comparendo più volte nel brano?
Secondo me non c'entrano niente, uno con l'altro: . Qui siamo fuori dal mondo fantastico di Alice, i gattini e personaggi più o meno sfortunati: "lo sposo" è probabilmente proprio De Gregori, "la sposa" è la realtà musicale dell'epoca, i parenti sono i critici, e la gravidanza della sposa è il fatto di essersi messo in gioco avendo voluto far partecipare a una competizione (disco per l'estate) questo brano.
"Ma io non ci sto più" - non voglio più rispettare le convenzioni musicali, vorrei rinnovarmi. Tutti lo snobbano ma lui, come lo sposo della canzone che decide di prendersi le proprie responsabilità di padre anche senza sposarsi, sceglie di partecipare lo stesso, accettando anche di arrivare ultimo, sicuro che prima o poi il tempo gli avrebbe dato ragione. E infatti così è stato: "i pazzi siete voi", e la canzone è diventata per De Gregori uno dei suoi pezzi più famosi.

Cesare e la ballerina

Mentre la solita Alice sta concentrata a guardare il sole e i gattini isolandosi sempre più dalla realtà, compare un altro personaggio, stavolta ispirato a una storia vera. Cesare l'eterno innamorato. Talmente innamorato da aspettare per ore una donna che non arriverà mai.
[...]
e Cesare perduto nella pioggia
sta aspettando da sei ore il suo amore ballerina.
E rimane lì, a bagnarsi ancora un po'.
E il tram di mezzanotte se ne va,
ma tutto questo Alice non lo sa!
Questo episodio, è tratto da una storia vera: lo scrittore Cesare Pavese, il quale una notte nel 1925 ha conosciuto in un locale una ballerina, della quale si è infatuato. Le ha dato appuntamento in un luogo, lei ha accettato distrattamente e lui convinto di averla conquistata è stato ad aspettarla per ore, sotto la pioggia, facendosi passare anche l'ultimo tram della giornata sotto il naso. E finendo per rimediare una pleurite che lo ha costretto a letto malato per mesi.
Ma tutto questo Alice non lo sa. Come al solito, persa com'è in mezzo ai gattini e ai suoi sogni di ragazzina ingenua.

Il mendicante, il cappello e la censura

Mentre Alice, come al solito suo, è concentrata a immaginarsi i gattini girovagare al chiarore del sole e della luna che si incontrano al tramonto, entra in scena un mendicante arabo, con qualcosa nel cappello: il "qualcosa", è la chiave di tutto, perché in realtà la versione originale di De Gregori fa così:
Il mendicante arabo ha un cancro nel cappello,
ma è convinto che sia un portafortuna.
Non ti chiede mai, pane o carità.
E un posto per dormire non ce l'ha,
ma tutto questo Alice non lo sa.
Questa strofa è proprio l'emblema dell'emarginazione vissuta da chi, per una ragione o l'altra, è costretto dalla vita a mendicare. Talmente emarginato da non meritare nemmeno di essere chiamato per nome, ma soltanto per l'attività di mendicante, l'origine e possibilmente la condizione di malattia in cui vive.
Questa persona ormai ha accettato la malattia: probabilmente si tratta di un cancro alla testa, visto che lo nasconde sotto il cappello e "il portafortuna" viene interpretato come se lui avesse preso talmente consapevolezza della propria condizione, da riuscire a sdrammatizzarla. Io invece ho interpretato che il cappello indica l'unica risorsa che questo mendicante ha con sè e si può permettere, quindi insieme al cappello, si porta dietro la propria malattia mentre per il riferimento al portafortuna ho immaginato una scena molto triste: la persona che si muove a fatica a causa della propria condizione e questo impietosisce i passanti che gli offrono più monete del solito, tanto da farlo ritenere fortunato, nella sua povertà. Anche se cerca di chiedere il meno possibile accontentandosi di dormire dove capita, non avendoci un posto sicuro.
La versione del brano pubblicata nell'album "alice non lo sa", però, non dice "il mendicante arabo ha un cancro", ma "ha qualcosa nel cappello", un compromesso a cui De Gregori ha dovuto arrivare perché all'epoca la rai glielo impose in quanto "la parola cancro non si può sentire in tv, nelle fasce orarie in cui la canzone va in onda ci sono anche bambini che ascoltano e parlare di cancro è troppo pesante".
De Gregori però nei concerti dal vivo ha sempre cantato la versione originale con la parola "cancro", così anche la versione che ha cantato con Luciano Ligabue, a mio parere molto più intensa e appassionata di quella dell'album del 73.

Considerazione personale: tv, censura e tutele

Siamo passati da un estremo all'altro. Prima, guai pronunciare la parola "cancro" in tv per paura di ferire qualcuno. Adesso, in tv, a tutte le ore, sono sdoganate le peggio scene e il peggio linguaggio. Per non parlare delle pubblicità di prodotti per problemi intestinali, emorroidi, e quant'altro a ora di pranzo. Nulla in contrario a questi spot, per carità, ma avrei qualcosa da ridire su tutti quei programmi televisivi in cui in tutte le ore ci si insulta e ci si parla addosso uno con l'altro, sdoganando di fatto la prevaricazione e la mancanza di reciproco rispetto.

Conclusione: la canzone Alice è lo specchio del mondo

Questa canzone è molto complessa da comprendere ed ogni interpretazione è discutibile perché De Gregori non ha, volutamente, dato una lettura universale del pezzo. Se si pensa che "Alice" è complessa da comprendere e non ci sono spiegazioni, si rifletta un attimo sulla realtà di tutti i giorni. Accadono eventi belli, eventi meno piacevoli, e non sempre questi hanno una spiegazione. Ci sono persone che compiono scelte razionalmente inspiegabili, convenzioni sociali opprimenti che qualcuno riesce a scardinare, come quella dei matrimoni riparatori ...o delle canzoni apparentemente complesse che poi diventano grandi successi. Ci sono persone che soffrono, mentre intorno a loro ci sono centinaia di "Alice" che, ingenuamente inconsapevoli o volutamente indifferenti, non lo sanno, concentrate come sono nel loro mondo di gattini, sole, luna, e comode convenzioni.

Commenti

  1. Quante cose hai saputo trovare in questa canzone, che a me è piaciuta fin dall'inizio, ma così, più per il ritmo musicale leggero, in quei pesanti "anni di piombo"; e anche per quelle frasi strane, che ogni tanto mi rimbalzavano in testa ma che potevo permettermi di non approfondire, in quegli anni di "impegno politico obbligato"...
    Complimenti!

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    1. Ciao, grazie dei complimenti; io nel 1973 non ero ancora nata per cui gli anni di piombo non li ho proprio vissuti, se non per averne letto e studiato. Forse De Gregori voleva anche lui impegnarsi politicamente a suo modo, non lo so; io ho percepito una grandissima ribellione mascherata da canzone leggera.

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