In questo blog mi sono imposto di parlare solo di testi musicali e nient'altro! Spesso ho avuto la tentazione di estendermi ad altri temi, ma ho sempre scelto di tenermici alla larga. Faccio eccezione solo per oggi, ma mi fa troppa rabbia quello che leggo: Gino Paoli che prende la difesa di quella famigerata legge chiamata "equo compenso", di cui praticamente nessuna testata nazionale parla (si noti che questa tassa la stiamo pagando dal 2007, anche se nessuno lo sa).
Il funzionamento è molto semplice: visto che tutti gli italiani, alla faccia della presunzione di innocenza, utilizzano i supporti di memoria (qualsiasi supporto di memoria) per scaricarci dentro roba pirata, tanto vale fargli pagare i diritti SIAE al momento dell'acquisto, sia che si tratti di CD, DVD, Hard Disk, smartphone etc etc. Insomma, qualunque cosa possa archiviare qualcosa. Se poi usate il vostro CD per masterizzarci le foto delle vacanze... bè, sicuramente ne avrete usato un altro per fare pirateria, quindi niente scusette!
In concreto? Voi comprate uno smartphone e oltre al 22% di IVA pagate anche lo 0,12% di equo compenso. Dove andranno a finire quei soldi? Verranno distribuiti per "indennizzare" gli autori, in proporzione alle diffusione delle loro opere. In particolare coloro i quali ne otterranno maggior beneficio saranno:
- Michele Guardì, autore RAI che, a causa della pirateria, guadagna solo 2 milioni di euro l'anno di diritti
- Ligaube e Vasco Rossi che si limitano a 1 milione e 600 mila euro l'anno
- Zucchero e Morricone, solo un milione di euro
- e poi tra il milione ed i 500 mila euro Jovanotti, Pino Donaggio, Biagio Antonacci, Claudio Baglioni, Francesco de Gregori, Gianna Nannini, ed Eros Ramazzotti.
Quindi lo stato impone allo studente, al lavoratore o l'industriale che sia, una piccola tassa che andrà in tasca ai poveracci sopra citati. Tralascio qualsiasi considerazione morale. Solo ripenso alle favole che mi raccontavano da bambino, ricordate Robin Hood? Quello che prendeva ai ricchi per dare ai poveri? Bè, qui si fa esattamente il contrario, si prende ai poveri per dare ai ricchi. Attenzione, non tutti i ricchi ci guadagneranno, i rivenditori saranno costretti a fare i conti con la concorrenza straniera che non è obbligata ad imporre questo tributo (già nota l'abitudine di comprare CD vergini dall'Austria).
Quando si ha vent'anni si sente il bisogno di aderire a qualche ideologia, purchè sia forte e radicale, non importa se comunista, fascista, cattolicista o che altro. Per i giovani comunisti, poter annoverare tra i propri compagni nomi come Gino Paoli era quasi una conferma di essere sulla buona strada. Oggi l'autore ha saltato la ringhiera, ed è diventato presidente di una grande multinazionale, e, coerentemente col suo nuovo incarico, cura gli interessi dei potenti a scapito di quelli del "popolo".
Quindi, senza insulti e senza fare polemica, ti volevo dire solo "addio compagno Gino Paoli"!
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