Angelo Branduardi: maestro o menestrello?
Dopo tanti anni, finalmente, mi ritrovo a scriver del maestro Angelo Branduardi. Ho usato la parola maestro, anche se so per certo, che lui preferirebbe essere chiamato "menestrello". Chissà se si tratta di un gesto di vanità o di umiltà: ricordiamo che "menestrello" era uno dei tanti soprannomi che erano stati affibbiati allo stesso Bob Dylan. In ogni caso, io resto propenso alla seconda soluzione: ho avuto modo di conoscere (no, conoscere è eccessivo, forse dovrei dire parlare) con Branduardi in occasione del suo concerto a Spilimbergo, all'interno della rassegna Folkest, e mi è sembrata una persona semplice e tutt'altro che vanitosa.
La leggenda indiana della pulce d'acqua
Perché ho scelto la pulce d'acqua come canzone di Branduardi? Perché è una delle sue canzoni più rappresentative e perché il testo, per chi non conoscesse i riferimenti, potrebbe essere incomprensibile. Spiegato al leggenda che gli ha dato l'ispirazione, il significato del testo diventa magicamente semplice.
Secondo una leggenda indiana (parliamo degli indiani d'America), la pulce d'acqua usa rubare l'ombra alle persone che non rispettano la natura. Senza la propria ombra le persone finiscono per ammalarsi. Solo lo stregone poteva, mediante balli e canti, invocare il perdono della pulce e chiederne la restituzione dell'ombra. A questo punto, la vittima, poteva ritrovare la pace e l'equilibrio perduto. Bene, e allora, a questo punto il testo non è diventato semplice? Branduardi, da sempre sensibile ai legami tra uomo e universo, si rivolge all'uomo a cui la pulce ha rubato l'ombra, esortandolo a ballare e cantare per farsi perdonare.
Non credo sia necessario aggiungere altro, se non l'invito a riascoltare questo capolavoro. Da un po' di tempo si parla poco di questo grande violinista cantautore, credo che si non si trovi a proprio agio in questo nuovo panorama. Non ce lo vedo a creare scandali, a litigare in un reality, e dire stronzate contro di un rapper solo per avere più like. Meglio così, mantieni la tua dignità maestro!
Testo della canzone "la pulce d'acqua" di Angelo Branduardi
È la pulce d'acqua
Che l'ombra ti rubò
E tu ora sei malato
E la mosca d'autunno
Che hai schiacciato
Non ti perdonerà
Sull'acqua del ruscello
Forse tu troppo ti sei chinato
Tu chiami la tua ombra
Ma lei non ritornerà
È la pulce d'acqua
Che l'ombra ti rubò
E tu ora sei malato
E la serpe verde
Che hai schiacciato
Non ti perdonerà
E allora devi a lungo cantare
Per farti perdonare
E la pulce d'acqua che lo sa
L'ombra ti renderà
È la pulce d'acqua
Che l'ombra ti rubò
E tu ora sei malato
E la mosca d'autunno
Che hai schiacciato
Non ti perdonerà
E allora devi a lungo cantare
Per farti perdonare
E la pulce d'acqua che lo sa
L'ombra ti renderà
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RispondiEliminaIl maestro Branduardi è un sensibile e sincero ambientalista da sempre e questa recensione, anche per la frase finale, meriterebbe molti like. Grazie a te e al maestro Branduardi per ricordarci che se non facciamo subito qualcosa non saremo perdonati e perderemo l'ombra per sempre.
RispondiEliminaGrazie Nunzia, ma io non ho fatto altro che un'umile riflessione su questa grande canzoone/poesia. I like vanno tutti al maestro Branduardi!!! :)
EliminaLa versione all'organo é come l'estrazione di una radice a crudo.
RispondiEliminaVolevo una versione originale, ma forse questa non era il massimo
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