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Extraterrestre - Eugenio Finardi

Eugenio Finardi autore di Extraterrestre

Eugenio  Finardi: un sognatore.

Eugenio Finardi non era un illuso: era un uomo che viveva di illusioni, ma sapeva anche guardare alla realtà. Aveva inseguito i suoi sogni ed aveva vissuto di sogni, un po' come avevano fatto i figli del '68. Notevole quando, con l'amico Alberto Camerini, andò fino a Parigi con un motorino "ciao" della Piaggio. Un uomo in che voleva scoprire il mondo. In quegli anni, ma anche oggi, si viveva con la sensazione che in Italia si vivesse male e che fosse sufficiente andare all'estero, magari in America, per trovare la felicità. Ma come dicevo all'inizio, Finardi non era un illuso, sapeva che le cose non erano così semplici, esattamente come non lo sono ora. Non dubito che in Germania, Stati Uniti o Australia non ci siano migliori opportunità, ma non pensiate che basti atterrare li per trovare la felicità. Non è mai così facile.

Extraterrestre e l'illusione di un mondo perfetto

Allora il significato del testo di questa canzone non è affatto difficile: questa canzone, in fin dei conti, parla proprio di questo. La frustrazione di un italiano che vive nella provincia ed è triste ed insoddisfatto. Sa qual'è la causa della sua insoddisfazione, il suo paese, la sua gente, una certa mentalità... Ed allora implora l'extraterrestre che venga a prenderlo e lo porti via. Qui ci sono due concetti importanti, mi ricordo un po' sballi ravvicinati del terzo tipo di Vasco Rossi,  ovvero: il fatto che basti cambiare paese per risolvere tutti i problemi e l'aspettare che qualcuno ci venga a prendere e ci porti via, cioè, non è che sono io che prendo la bicicletta e pedalo (la nave, l'aereo o qualunque cosa, naturalmente). No, neanche quello sforzo: aspetto che venga qualcuno a prendermi e a portarmi via. Un po' come nel sopracitato "sballi ravvicinati del terzo tipo" la gente aspetta che arrivino gli extraterrestri a risolvere tutti i loro problemi, avrebbero fatto tutto loro, non serviva fare altro che aspettare...

La realizzazione del sogno... sbagliato

Ebbene, questa volta però l'extraterrestre arriva davvero, prende il nostro prescelto, e lo porta sulla stella dove tutto e bello e dove tutti sono felici. Naturalmente all'inizio è entusiasta: il suo sogno si è realizzato. Poi col tempo si rende conto che, anche se adesso vive in un altro pianeta, non è felice come si sarebbe immaginato, anzi, dentro è rimasto esattamente lo stesso, ragion per cui le sue paure, i suoi problemi e le cause della sua infelicità, persistono. No, non era quella la cura per il suo malessere, solo adesso lo ha capito, e vuole tornare per ricominciare, per cercare un'altra via per la felicità. Perché adoro questo testo? Perché io all'estero ci ho vissuto, per studio e per lavoro, e vi posso assicurare che è esattamente così! Potete andare a vivere anche a Disneyland, ma se non stata bene con voi stessi, nemmeno la sarete felici. Attenzione: non voglio dire che non possiate trovare la felicità all'estero, dipende da cosa cercate e di cosa avete bisogno, dico solo: non pensiate che basti cambiare paese per essere felice.

Esiste una ricetta della felicità?

Ma allora, qual'è la ricetta della felicità? Ovviamente Eugenio Finardi non ce lo dice, ma molte tracce ci sono nella prima parte della canzone. Se vivi male in una società significa che non ti sei riuscito ad integrare, e allora, inutile ricominciare in un altra parte, sperando che per qualche miracoloso motivo, li le cose vadano diversamente. Se vuoi trovare la felicità comincia a lavorare su te stesso, con onestà. Inutile auto-convincersi che siamo superiori che meritiamo un pianeta tutto per noi, cerchiamo di capire le persone che sono vicine a noi, a volerle bene, a crearci una nostra piccola arca di Noè, fatta di amici e persone a cui vogliamo bene.
Sono quei testi alla de Andrè, talmente rotondi che non lasciano nemmeno spazio ad una discussione: il significato della canzone è chiaro, ineccepibile e spiegato in maniera che più chiara non si può. Non lo so se chi mi legge abbia mai avuto esperienze di vita all'estero, se si sono sicuro al 1000% che capisce quello che voglio dire (e che Finardi voleva dire).
Non dico che i testi di Eugenio Finardi siano i migliori testi della musica italiana, ma, assieme a quelli di Jovanotti, direi i più "fantasiosi" e originali. Non mancano ovviamente di una grande dose di poesia e di genio.

Finardi è l'extraterreste ed il pianeta è la droga?

Fermo restando a tutto quanto scritto sopra, non possiamo trascurare il commento di uno dei nostri lettori: se Finardi oggi è una delle bandiere contro lo droga, lo è anche per il suo passato e la sua relazione in prima persona con la droga. Il pianeta su cui scappare, non è necessariamente una locazione fisica, ma potrebbe essere uno stato mentale. La droga, che ti fa viaggiare in altri mondi. Negli anni '70 c'era chi prendeva LSD per fare dei "viaggi astrali", spesso guidati da santoni. Inoltre sappiamo tutti che i tossici sono persone dotate di grande sensibilità, che scappano dal mondo reale che li fa soffrire con l'aiuto delle sostanze. Ecco, forse questo potrebbe essere il senso del tutto: usare la droga per scappare da un mondo difficile non è la soluzione, dopo un primo momento di euforia, avresti solo un problema in più (quello della dipendenza) e tanta solitudine (scegliere la droga significa anche alienarsi dalla società). E se prima avete avuto "fede" nella droga per scappare in un altro pianeta, chi pregherete adesso per essere riportati a casa?

Testo della canzone Extraterrestre di Eugenio Finardi.

C'era un tipo che viveva in un abbaino
Per avere il cielo sempre vicino
Voleva passare sulla vita come un aeroplano
Perché a lui non importava niente
Di quello che faceva la gente
Solo una cosa per lui era importante
E si esercitava continuamente
Per sviluppare quel talento latente
Che è nascosto tra le pieghe della mente
E la notte sdraiato sul letto, guardando le stelle
Dalla finestra nel tetto con un messaggio
Voleva prendere contatto, diceva:
Extraterrestre portami via
Voglio una stella che sia tutta mia
Extraterrestre vienimi a cercare
Voglio un pianeta su cui ricominciare
Una notte il suo messaggio fu ricevuto
Ed in un istante é stato trasportato
Senza dolore su un pianeta sconosciuto
Il cielo un po' più viola del normale
Un po' più caldo il sole, ma nell'aria un buon sapore
Terra da esplorare, e dopo la terra il mare
Un pianeta intero con cui giocare
E lentamente la consapevolezza
Mista ad una dolce sicurezza
"L'universo é la mia fortezza!"
Extraterrestre portami via
Voglio una stella che sia tutta mia
Extraterrestre vienimi a pigliare
Voglio un pianeta su cui ricominciare!
Ma dopo un po' di tempo la sua sicurezza
Comincia a dare segni di incertezza
Si sente crescere dentro l'amarezza
Perché adesso che il suo scopo é stato realizzato
Si sente ancora vuoto
Si accorge che in lui niente é cambiato
Che le sue paure non se ne sono andate
Anzi che semmai sono aumentate
Dalla solitudine amplificate
E adesso passa la vita a cercare
Ancora di comunicare
Con qualcuno che lo possa far tornare, dice:
Extraterrestre portami via
Voglio tornare indietro a casa mia
Extraterrestre vienimi a cercare
Voglio tornare per ricominciare!
Extraterrestre portami via
Voglio tornare indietro a casa mia
Extraterrestre non mi abbandonare
Voglio tornare per ricominciare!

Commenti

  1. a mio parere, considerato anche il poco che so della vita di Finardi, è un'allegoria dell'esperienza con la droga.

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    1. Si, il pianeta dove fuggire, nel suo caso, è proprio la droga.

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  2. È un viaggio interiore quello di Finardi, secondo me, un viaggio psichico di insoddisfazione, uno status modus d'infelicita' infantile mista a frustrazione educativa. L'Extraterrestra é la persona a cui noi ci affidiamo per salvezza, per fuga, attaccati sempre a quei modus infantili a cui siamo abituati.

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