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Sanremo 2019: Mahmood, soldi e polemiche inutili

Ci risiamo. Ogni febbraio, ormai da quasi settant'anni, si ripete la stessa routine. Il festival di sanremo. Super disprezzato da tanti, super apprezzato da altrettanti, ma comunque sulla bocca di tutti. Anche di chi non lo guarda per cui un chi ha vinto, chi ha perso, chi meritava di vincere, chi ha copiato chi ... Ogni anno abbiamo tutti qualcosa da dire come se si diventasse improvvisamente tutti esperti di musica. In questo 2019 poteva mancare? Il "pomo della discordia" si chiama Alessandro Mahmoud, in arte Mahmood.
Alessandro è nato a Milano, ha 27 anni, ha partecipato a x-factor, poi ha vinto anche un sanremo giovani con il brano "gioventù bruciata" e adesso ha vinto sanremo, è un giovane che si definisce rapper, ma dove sta il problema?
Per alcuni, anche politici, il problema è che questo ragazzo ha il papà egiziano (manco se questo poi fosse colpa sua...) Come già sostengo in un altro post dove parlo di chi si scaglia contro Freddie Mercury per le sue abitudini sessuali, prendere le origini del cantante - anzi del suo papà - per screditarlo o per metterla sulla politica è un modo come un altro per poter dire la propria senza avere argomenti validi affinché la critica possa reggere.

La perplessità istintiva su Mahmood


Sono tra le persone che non guardano sanremo, ascolto i pezzi a posteriori per poterli valutare in modo distaccato, ma, tutto sommato, sempre canzonette sono! Che vinca o perda chiunque, me ne può importare di meno perché alla fin fine, chi vale davvero, lo si vede negli anni e non è detto che sia sempre quello che rimane con la sua canzone sulla bocca di tutti per mesi. Sanremo è diventato, o forse è sempre stato, un banco di prova per i cantanti: o è una rampa di lancio, o può significare un tuffo nel fango, o un evento che dà a qualcuno un po' di notorietà in più verso la massa per poi farlo tornare dove stava: nella fama meritata, o nel dimenticatoio.
Fatto sta che, appena ho letto che aveva vinto un certo Mahmood, la mia reazione immediata è stata pensare a "chi è Mammuth?" Poi, però, approfondendo la storia di questo ragazzo sconosciuto la seconda reazione si può sintetizzare proprio nel suo nome d'arte. Mah mood! "Mah!" è l'espressione che si ha quando si è perplessi. Mood significa umore, ma in informatica viene usato per definire il fumetto sui vari programmi di messaggistica istantanea per indicare il proprio stato d'animo. Un bel "mah" nel mood quindi, ci sta tutto, diventato ancora più grosso con le polemiche sulla razza. Allora, per curiosità, ho voluto ascoltare il pezzo perché, considerando sanremo come una rampa di lancio, non si può pretendere che vincano sempre i soliti noti.

Mahmood - soldi: tematica non banale, ma brano poco compreso


Sono la prima a sostenere che il brano mi suona come musicalmente insipido. Forse è la prima volta che questo tipo di sonorità arrivano a vincere Sanremo? Non lo so, ad ascoltarlo mi sembra quasi di stare in una poltrona scomoda che non mi appartiene. Eppure, piaccia o no, andando a fondo nel testo di Mahmood, si scopre che ha qualcosa da dire, e come! Che, al di là di cosa pensano alcuni, questo brano è una sfida alla religiosità ipocrita.
Per noi, in occidente, è normale mettere in luce le ipocrisie e incoerenze degli uomini di chiesa, le abitudini sessuali e così via. Lo facciamo noi, lo fanno gli artisti. Per noi, questo brano, ha scoperto l'acqua calda perché Alessandro era appena nato quando Jovanotti, abbastanza soft vista la tematica, rappava così ("sai qual è il problema, album Lorenzo 1992):
C'è chi dice che è un flagello, una pena da scontare, una mossa della chiesa che non vuol farci scopare, una piaga che punisce solamente i peggiori, che con quello che combinano forse è meglio farli fuori! E ci pensa allora lui, il nostro virus giustiziere, che colpisce chi non sa come far uso del sedere. E questo pregiudizio, contribuisce a fondo, a far si che il bastardo vada in giro per il mondo, a far si che il bastardo vada in giro per la terra, a seminare morte come fa solo la guerra. La chiesa dal suo canto, ci da il suo contributo, perché il virus dell' AIDS si trasmetta indisturbato. Ancora che condanna la contraccezione, e giù con gli anatemi contro la nazione!!

Oppure, ancora più eclatante, abbiamo "il libro in una mano, la bomba nell'altra" dei Negrita che proprio per la tematica venne snobbata dalle radio:
Nel pane c'è il corpo,
nel vino c'è il sangue.
Nell'oro il demonio,
nell'umiltà il santo...
Scintilla un anello di giallo metallo,
la mano pietosa saluta il Consiglio...
Al polso gemelli di rosso rubino,
su un abito bianco di seta e di lino...
La porpora è un manto di gloria e di vanto,
sul petto una croce con sopra il suo Santo...
Non m'immortalate, diceva il suo canto,
non mi sbandierate, gridava il suo pianto...
Nel pane c'è il corpo,
nel vino c'è il sangue.
Che Dio ci perdoni,
se stiamo pregando...
Col libro in una mano, la bomba nell'altra ...

E il ritornello "il libro in una mano, la bomba nell'altra" veniva ripetuto un bel po' di volte. Ci sono comunque un sacco di canzoni contro la chiesa cattolica, a centinaia di più o meno famose tra cantautori come Max Gazzè, Pierangelo Bertoli, Vasco, Ligabue, e altri ancora.
Solo che noi non rischiamo di essere ammazzati per cantarle. Al massimo non le fanno passare nelle radio od ostacolano la vendita dei dischi (che è già gravissimo pure quello!) invece i fondamentalisti islamici arrivano a condannare a morte chi va contro i loro precetti.
Per questo il giovane Alessandro "mahmood" a portare il suo brano a sanremo è stato probabilmente coraggioso, perché parla di un padre integralista ed assente, a cui non interessa il bene del figlio, ma soltanto la facciata ed i soldi ...Da interviste successive, si capisce che riguarda il suo papà! Sembra infatti che il padre di Alessandro abbia lasciato lui e sua madre, quando il bambino aveva 5 anni.
Alessandro prima si rivolge alla madre, evidentemente anche lei succube di un uomo che l'ha ingannata per poi abbandonarla. Va detto che questo non sarebbe da canzone, è un testo da rap, con tutte le caratteristiche e le ripetizioni di quel genere musicale. Un testo scritto di getto, forse arrabbiato. Il paroliere è lo stesso di Sfera Ebbasta, quell'artista che è stato preso di mira dopo che diversi ragazzi sono morti in una discoteca durante un suo concerto:
In periferia fa molto caldo
Mamma stai tranquilla sto arrivando
Te la prenderai per un bugiardo
Ti sembrava amore era altro

E qui inizia la condanna esplicita verso l'ipocrisia di un padre musulmano fedele ai precetti dell'islam solo di facciata:
Beve champagne sotto Ramadan
Alla TV danno Jackie Chan
Fuma narghilè mi chiede come va
Mi chiede come va come va come va
Sai già come va come va come va
Penso più veloce per capire se domani tu mi fregherai
Non ho tempo per chiarire perché solo ora so cosa sei
È difficile stare al mondo quando perdi l’orgoglio lasci casa in un giorno

Il padre ipocrita, beve alcolici e fuma anche durante il digiuno islamico, guarda film che non dovrebbe guardare, si rivolge al figlio con un formale e generico "come va", una domanda retorica a cui il figlio è stanco di rispondere perciò decide di fare armi e bagagli e andarsene perché là non c'è più niente da dire e da fare.
Questa storia del ramadan e del narghilè è stata contestata, "cosa c'entra il ramadan in una canzone italiana", ma se avesse fatto rima tra "benessere animale" e "ragù di cinghiale" sarebbe stata la stessa cosa, qui è il messaggio che conta, la condanna dell'ipocrisia nascosta dietro al falso rispetto di rigidi precetti.
Il ragazzo quindi si fa domande sui veri pensieri del padre.
Tu dimmi se
Pensavi solo ai soldi soldi
Come se avessi avuto soldi
Dimmi se ti manco o te ne fotti
Mi chiedevi come va come va come va? Adesso come va come va come va?
Ciò che devi dire non l’hai detto
Tradire è una pallottola nel petto
Prendi tutta la tua carità
Menti a casa ma lo sai che lo sa
Su una sedia lei mi chiederà
Mi chiede come va come va come va
Sai già come va come va come va

Ormai il ragazzo sa che sua madre è consapevole dei continui tradimenti di quel marito che pensava di amare, e che invece era interessato solo a se stesso. Per cui il ragazzo non ha altra scelta se non andarsene, per quanto doloroso sia. E quando fa ritorno a casa pensando che il padre sia pentito, si rende conto che il rapporto è assolutamente irrecuperabile anche se gli crea nostalgia - a un certo punto riporta delle frasi in arabo, che significano "figlio mio, figlio mio, amore vieni qua", forse per avvicinarsi alla cultura della sua infanzia. Qui l'uso della lingua araba non è casuale: Mahmood è molto legato alla cultura egiziana, ma forse non ha detto "figlio mio amore vieni qua" in italiano per evidenziare, oltre al legame con la cultura del padre, anche il distacco. Ormai non siamo più nulla, tanto che parliamo pure due lingue differenti.
Ho capito in un secondo che tu da me
Volevi solo soldi
Come se avessi avuto soldi
Prima mi parlavi fino a tardi
Mi chiedevi come va come va come va
Adesso come va come va come va
Waladi waladi habibi ta’aleena
Mi dicevi giocando giocando con aria fiera
Waladi waladi habibi sembrava vera
La voglia la voglia di tornare come prima
Io da te non ho voluto soldi…

"Soldi" e "come va" sono parole ricorrenti, evidenziano come per le persone ipocrite il "come va" sia sinonimo di "apri il portafoglio". Dura se a essere così è un familiare!

Commenti

  1. Grande Mahmood, il migliore!!
    Dopo Sanremo ci vuole solo un bel piazzamento all'Eurovision Song Contest :) https://www.statistiche-lotto.it/mahmood-bookmakers-eurovision-song-contest-2019

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