Ero poco più di una bambina quando è nata MTV, e quando si guardava Videomusic con tutti i programmi tv musicali. Ho quasi dimenticato cosa ascoltavo in quel periodo, fine anni 80, salvo le canzoni dance famose che ascolto tutt'ora, quali Tarzan Boy, Comanchero, I like Chopin e altre. I miei primi cantanti preferiti arrivati con la consapevolezza e non con l'istinto, sono di metà 1992. Della tv musicale mi è rimasta particolarmente impressa una voce suadente che intratteneva su videomusic, quel programma Roxy Bar, e mi chiedevo chi fosse questo Red Ronnie, ricordo solo che lo chiamavo "il prete della musica" per il suo tono di voce che accompagnava l'ascoltatore.
All'epoca la musica era solo un sottofondo da mettere di nascosto quando si facevano i compiti, però quel programma Roxy Bar mi rimase impresso per la voce del conduttore, non certo per i contenuti che non ricordavo, so che faceva interviste ad artisti ma non avevo l'età giusta per comprendere chi e cosa. Quel Red Ronnie poi sparì, non ne sentii più parlare per un sacco di tempo, fino a che non venne chiamato in un programma rai a parlare di scienza insieme a uno scienziato ... ma come? Red non è più conduttore di programmi di musica e parla di scienza? Non entro nel merito di quella questione, non in questo blog, almeno. Fatto sta che mi ritornò alla memoria quella voce suadente, capace di farti apprezzare qualsiasi argomento di cui parlasse, qualsiasi eventuale stupidata dicesse e così pensai: Se parla di scienza come parla di musica, riuscirà a convincere anche uno scettico di quanto afferma, che sia veritiero o meno. Si salvi chi può. Poi per me Red passò in secondo piano, fino a che recentemente nella pagina iniziale di youtube mi trovai tra i video consigliati: "Red Box Non ho mai voluto intervistare Freddie Mercury, non era una brava persona. Sconsigliato ai fan dei Queen".
Non conoscevo questa rubrica "red box", non pensavo a Red Ronnie, credevo fosse una delle tante rubriche sulla musica dei tanti youtuber così aprii il video.
Sono ammiratrice dei Queen da quando avevo 12 anni, nel 1992. Sì, è vero. Da un anno dopo che Mercury era morto, prima la musica la conoscevo davvero vagamente e sapevo a malapena distinguere un cantante dall'altro di conseguenza i Queen non ho mai avuto modo di viverli davvero. Fatto sta che ho aperto il video perché se sei ammiratore di un cantante, è giusto conoscerne tutte le sfaccettature anche quelle "scomode". Fatto sta che sentii parlare questa persona che non riconobbi. Un signore anziano, forse un po' sdentato... Mi sono immaginata una persona con gli occhialoni seduta sulla sedia a dondolo che deve attaccare la testa sul giornale perché se no non riesce a leggerlo! Fatto sta che seppi trattarsi di Red Ronnie dai commenti sotto al video solo dopo aver finito di ascoltare, di quella voce suadente non è rimasto praticamente nulla, però questo palese essere una persona anziana mi ha indotto a dire OK, ascoltiamo, forse ha un po' più di esperienza musicale rispetto a chi i Queen li ha vissuti post mortem.
Infatti in quell'epoca gli artisti stessi presero posizione, formando una super band chiamata "Artist united against apartheid" tra cui parteciparono Bob Dylan, Ringo Starr, Bob Geldof, Lou Reed, Peter Gabriel, U2, Keith Richards. Bob Geldof, su questo nome ritorneremo.
Fatto sta che i Queen non si adeguarono a queste disposizioni ONU, e fecero una decina di date a Sun City nel 1984, venendo poi etichettati come approfittatori e razzisti. Su questo punto quindi, mi sento di condividere il pensiero di Red Ronnie: tutto fa brodo per fare cassa, ma non siamo ipocriti. Quanti artisti hanno suonato lì? Anche Elton John, pure lui stimatissimo per molte attività di beneficenza.
Pur ammirandone la musica, non posso comunque condividere la posizione di Freddie quando lo hanno intervistato in merito. "Chi se ne frega della politica, voglio solo divertirmi, noi cantiamo per bianchi e neri" peccato che a Sun City, le persone dalla pelle nera, non erano assolutamente ammesse. Molti fan lo adorano proprio per il suo "chi se ne frega della politica" ma qui non si sta parlando di colore politico destra, sinistra o centro. Si sta discutendo su un paese in cui sono stati violati dei diritti umani fondamentali e le nazioni unite avevano chiesto ai personaggi dello spettacolo di prendere una posizione forte. Che alcuni grandi artisti come i Queen, Rod Stewart, Elton John, Frank Sinatra, hanno rispedito al mittente con buona pace dei diritti umani.
Durante una pausa del "the works tour" dei Queen, Spike Edley tornò a suonare con i Boomtown Rats, e fu lui il punto di contatto tra i Queen e Bob Geldof.
Quest'ultimo stava organizzando un concerto di beneficenza con più artisti, per raccogliere fondi a favore dell'Etiopia, colpita da una gravissima guerra e carestia: era il proseguimento del progetto "band aid", che l'anno prima fece uscire la canzone famosissima "do they know it's christmas", che suona in tutte le radio ogni periodo natalizio.
Geldof quindi, convinto da Spike Edley, chiamò i Queen che però la prima volta dissero di no, sia a Edley sia a Geldof, risentiti dal fatto che nel disco "do they know it's christmas" non erano stati invitati (forse c'entrava qualcosa la questione Sun City?) Fatto sta che Geldof insistette con Jim Beach, il manager dei Queen. Quello che nel film "bohemian rhapsody" venne chiamato "Miami Beach!" riferendogli che il concerto sarebbe passato alla storia, ancora più importante rispetto a Woodstock, e che i Queen non potevano mancare a un simile evento: oltre a essere un modo per riabilitarsi agli occhi del pubblico come band attenta alla beneficenza dopo l'"autorete" di Sun City, i Queen avrebbero potuto ritrovare la speranza di un successo in America, che li aveva bocciati dopo il video di "I want to break free", in cui il gruppo era apparso vestito da donne, suscitando lo scandalo negli Stati Uniti.
Così, strategicamente, hanno deciso anche gli orari. Alle 18:41 in diretta mondiale i Queen hanno suonato le loro canzoni più famose: Bohemian Rhapsody, Radio Ga Ga, Crazy little thing called love, we will rock you, we are the champions. Freddie e Brian poi tornarono più tardi sul palco suonando "is this the world we created", ultimo brano della tracklist nel disco The Works.
Ora, che avesse avuto diversi amanti probabilmente di entrambi i generi, è risaputo. Ma se abbia avuto rapporti sessuali senza protezione dopo aver scoperto di essere malato, non è provato da nessuno o meglio non c'è la prova di ciò, e non c'è la prova del contrario. Anche fosse, nessuno di noi è stato sotto le lenzuola di Freddie per sapere se ha usato il preservativo o no, e se per giustificare la propria disistima verso un cantante si arriva a fargli i conti sotto le lenzuola, significa aver finito gli argomenti e abbassarsi di livello in modo rilevante. Volendo saperlo, Jim Hutton ne parla nel suo libro "i miei anni con Freddie Mercury" e, essendo risultato sieropositivo anche lui per morire nel 2010 di cancro al fegato, avrebbe anche potuto avere tutti i rancori del mondo verso Freddie ma la verità è che non si poteva sapere chi aveva contagiato chi e, in fin dei conti, ha davvero poca importanza.
Pertanto, come Marco Castoldi (Morgan, dei bluvertigo) ha risposto a Red Ronnie in un altro video, l'uomo può anche esser stato una brutta persona. Ma a noi interessa l'artista! E se essere l'uomo che era ha dato forma a della musica ancora amata in tutto il mondo, chi se ne importa di tutto il resto. Amare un musicista, non significa affatto prendere d'esempio le sue eventuali scelte politiche e sessuali, o no?
Personalmente mi ha dato fastidio l'approccio: "sconsigliato ai fan dei queen", come se chiunque ammiri i queen sia privo di senso critico e debba essere tenuto all'oscuro da punti critici o scomodi della band, sui quali invece proprio gli ammiratori dovrebbero poter confrontarsi e valutarli per quelli che sono e per chi li mette in campo.
All'epoca la musica era solo un sottofondo da mettere di nascosto quando si facevano i compiti, però quel programma Roxy Bar mi rimase impresso per la voce del conduttore, non certo per i contenuti che non ricordavo, so che faceva interviste ad artisti ma non avevo l'età giusta per comprendere chi e cosa. Quel Red Ronnie poi sparì, non ne sentii più parlare per un sacco di tempo, fino a che non venne chiamato in un programma rai a parlare di scienza insieme a uno scienziato ... ma come? Red non è più conduttore di programmi di musica e parla di scienza? Non entro nel merito di quella questione, non in questo blog, almeno. Fatto sta che mi ritornò alla memoria quella voce suadente, capace di farti apprezzare qualsiasi argomento di cui parlasse, qualsiasi eventuale stupidata dicesse e così pensai: Se parla di scienza come parla di musica, riuscirà a convincere anche uno scettico di quanto afferma, che sia veritiero o meno. Si salvi chi può. Poi per me Red passò in secondo piano, fino a che recentemente nella pagina iniziale di youtube mi trovai tra i video consigliati: "Red Box Non ho mai voluto intervistare Freddie Mercury, non era una brava persona. Sconsigliato ai fan dei Queen".
Non conoscevo questa rubrica "red box", non pensavo a Red Ronnie, credevo fosse una delle tante rubriche sulla musica dei tanti youtuber così aprii il video.
Sono ammiratrice dei Queen da quando avevo 12 anni, nel 1992. Sì, è vero. Da un anno dopo che Mercury era morto, prima la musica la conoscevo davvero vagamente e sapevo a malapena distinguere un cantante dall'altro di conseguenza i Queen non ho mai avuto modo di viverli davvero. Fatto sta che ho aperto il video perché se sei ammiratore di un cantante, è giusto conoscerne tutte le sfaccettature anche quelle "scomode". Fatto sta che sentii parlare questa persona che non riconobbi. Un signore anziano, forse un po' sdentato... Mi sono immaginata una persona con gli occhialoni seduta sulla sedia a dondolo che deve attaccare la testa sul giornale perché se no non riesce a leggerlo! Fatto sta che seppi trattarsi di Red Ronnie dai commenti sotto al video solo dopo aver finito di ascoltare, di quella voce suadente non è rimasto praticamente nulla, però questo palese essere una persona anziana mi ha indotto a dire OK, ascoltiamo, forse ha un po' più di esperienza musicale rispetto a chi i Queen li ha vissuti post mortem.
Questione Sudafrica, divertimento dei bianchi e Apartheid
La prima cosa che Red Ronnie contesta è proprio il fatto che i Queen siano andati a cantare a Sun City, rappresentata come "la las vegas sudafricana", insomma un posto per ricchi, bianchi, viziati. Con i problemi dell'apartheid, l'ONU aveva preso posizione: l'apartheid nel 1976 è diventata crimine contro l'umanità, di conseguenza per tutti gli artisti andare a cantare lì sarebbe significato appoggiare l'apartheid anche se indirettamente: il non far cantare i grandi artisti dei paesi membri ONU all'interno degli stadi sudafricani, doveva costituire un messaggio forte e chiaro per il governo locale. O abolisci l'apartheid, o ti tagliamo fuori dal mondo con tutte le conseguenze, politiche ed economiche, del caso.Infatti in quell'epoca gli artisti stessi presero posizione, formando una super band chiamata "Artist united against apartheid" tra cui parteciparono Bob Dylan, Ringo Starr, Bob Geldof, Lou Reed, Peter Gabriel, U2, Keith Richards. Bob Geldof, su questo nome ritorneremo.
Fatto sta che i Queen non si adeguarono a queste disposizioni ONU, e fecero una decina di date a Sun City nel 1984, venendo poi etichettati come approfittatori e razzisti. Su questo punto quindi, mi sento di condividere il pensiero di Red Ronnie: tutto fa brodo per fare cassa, ma non siamo ipocriti. Quanti artisti hanno suonato lì? Anche Elton John, pure lui stimatissimo per molte attività di beneficenza.
Pur ammirandone la musica, non posso comunque condividere la posizione di Freddie quando lo hanno intervistato in merito. "Chi se ne frega della politica, voglio solo divertirmi, noi cantiamo per bianchi e neri" peccato che a Sun City, le persone dalla pelle nera, non erano assolutamente ammesse. Molti fan lo adorano proprio per il suo "chi se ne frega della politica" ma qui non si sta parlando di colore politico destra, sinistra o centro. Si sta discutendo su un paese in cui sono stati violati dei diritti umani fondamentali e le nazioni unite avevano chiesto ai personaggi dello spettacolo di prendere una posizione forte. Che alcuni grandi artisti come i Queen, Rod Stewart, Elton John, Frank Sinatra, hanno rispedito al mittente con buona pace dei diritti umani.
Bob Geldof, i Queen, e il Live Aid
Negli anni 80, come tante band, anche i Queen hanno iniziato ad utilizzare tastiere e sintetizzatori seppure in misura minore rispetto ad altri gruppi. Per cui, nei concerti, specie il "the works tour" per promuovere l'album The works in cui è inclusa anche la celebre Radio Ga Ga, si sono avvalsi della collaborazione del tastierista Spike Edley, che suonava con i Boomtown Rats, gruppo di Bob Geldof.Durante una pausa del "the works tour" dei Queen, Spike Edley tornò a suonare con i Boomtown Rats, e fu lui il punto di contatto tra i Queen e Bob Geldof.
Quest'ultimo stava organizzando un concerto di beneficenza con più artisti, per raccogliere fondi a favore dell'Etiopia, colpita da una gravissima guerra e carestia: era il proseguimento del progetto "band aid", che l'anno prima fece uscire la canzone famosissima "do they know it's christmas", che suona in tutte le radio ogni periodo natalizio.
Geldof quindi, convinto da Spike Edley, chiamò i Queen che però la prima volta dissero di no, sia a Edley sia a Geldof, risentiti dal fatto che nel disco "do they know it's christmas" non erano stati invitati (forse c'entrava qualcosa la questione Sun City?) Fatto sta che Geldof insistette con Jim Beach, il manager dei Queen. Quello che nel film "bohemian rhapsody" venne chiamato "Miami Beach!" riferendogli che il concerto sarebbe passato alla storia, ancora più importante rispetto a Woodstock, e che i Queen non potevano mancare a un simile evento: oltre a essere un modo per riabilitarsi agli occhi del pubblico come band attenta alla beneficenza dopo l'"autorete" di Sun City, i Queen avrebbero potuto ritrovare la speranza di un successo in America, che li aveva bocciati dopo il video di "I want to break free", in cui il gruppo era apparso vestito da donne, suscitando lo scandalo negli Stati Uniti.
Così, strategicamente, hanno deciso anche gli orari. Alle 18:41 in diretta mondiale i Queen hanno suonato le loro canzoni più famose: Bohemian Rhapsody, Radio Ga Ga, Crazy little thing called love, we will rock you, we are the champions. Freddie e Brian poi tornarono più tardi sul palco suonando "is this the world we created", ultimo brano della tracklist nel disco The Works.
Freddie, l'HIV e il sesso sprotetto
Dopo essersi espresso con opinioni più o meno condivisibili sul sudafrica e il live aid, Red Ronnie si è messo a commentare sulla vita privata di Freddie. Argomentando sul fatto che Bohemian Rhapsody è stato un film romanzato (cosa che si sapeva già), in cui è stata stravolta la storia raccontando che lui avesse scoperto la malattia nell'85 quando invece è successo nell'87, Red Ronnie ha parlato della sessualità del cantante. Secondo quanto afferma Red, Mercury avrebbe avuto centinaia di uomini, facendo sesso anche dopo aver scoperto l'HIV.Ora, che avesse avuto diversi amanti probabilmente di entrambi i generi, è risaputo. Ma se abbia avuto rapporti sessuali senza protezione dopo aver scoperto di essere malato, non è provato da nessuno o meglio non c'è la prova di ciò, e non c'è la prova del contrario. Anche fosse, nessuno di noi è stato sotto le lenzuola di Freddie per sapere se ha usato il preservativo o no, e se per giustificare la propria disistima verso un cantante si arriva a fargli i conti sotto le lenzuola, significa aver finito gli argomenti e abbassarsi di livello in modo rilevante. Volendo saperlo, Jim Hutton ne parla nel suo libro "i miei anni con Freddie Mercury" e, essendo risultato sieropositivo anche lui per morire nel 2010 di cancro al fegato, avrebbe anche potuto avere tutti i rancori del mondo verso Freddie ma la verità è che non si poteva sapere chi aveva contagiato chi e, in fin dei conti, ha davvero poca importanza.
Pertanto, come Marco Castoldi (Morgan, dei bluvertigo) ha risposto a Red Ronnie in un altro video, l'uomo può anche esser stato una brutta persona. Ma a noi interessa l'artista! E se essere l'uomo che era ha dato forma a della musica ancora amata in tutto il mondo, chi se ne importa di tutto il resto. Amare un musicista, non significa affatto prendere d'esempio le sue eventuali scelte politiche e sessuali, o no?
Personalmente mi ha dato fastidio l'approccio: "sconsigliato ai fan dei queen", come se chiunque ammiri i queen sia privo di senso critico e debba essere tenuto all'oscuro da punti critici o scomodi della band, sui quali invece proprio gli ammiratori dovrebbero poter confrontarsi e valutarli per quelli che sono e per chi li mette in campo.
Cara blogger, Red Ronnie spari' fino a che me lo ritrovai su youtube scrivi.. no. Non mi risulta. Sono del 1970 quindi probabilmente ho piu' memoria di te di cose che forse non hai vissuto direttamente. L'episodio di Sun City e' citato in tutte le biografie decenti sui Queen (e io essendo fan ne ho penso tre). Adesso ai sopravvissuti tornerebbe comodo rimangiarselo.. ma fu una cosa reale. Non sono santi, sono ottimi musicisti con motivazioni anche finanziarie. Parteciparono al Live Aid perche' ''non potevi non esserci'', mentre il Band Aid fu una cosa che non ci si aspettava sarebbe riuscita cosi' bene per forza.. Red e' un giornalista serio, da anni. Se non lo conosci, prima di parlare, informarsi non e' mai un male. Tanti auguri per il tuo blog
RispondiEliminaSono un fans di Red Ronnie e se leggi questo articolo https://significatotestocanzone.blogspot.com/2019/02/red-ronnie-preferisce-i-duran-duran-ai.html non ne avrai dubbi. Se poi avrai la pazienza di leggere il post scoprirai che ho idee diametralmente opposte a quelle di Elena. Ma questo è un blog libero ed ognuno è libero di esprimere la propria.
EliminaMagari l'autrice di questo post ha un po' calcato la mano nella prima parte dell'articolo, ma il succo mi sembra perfettamente condivisibile. (attenzione, ho detto condivisibile, anche se personalmente non lo condivido). Alla fine si è allineata al pensiero di tanti (di solito anche il mio) secondo il quale l'artista va giudicato esclusivamente per la sua arte, e non per la sua vita privata. Ciò secondo me non toglie valore alla dichiarazione del grande Red Ronnie, che per me resta sempre il più grande giornalista musicale italiano.