Red Ronnie e il suo contributo alla musica italiana
Red Ronnie lo si ama o lo si odia. Ha uno di quei caratteri verso i quali si tende a prendere una posizione netta. Io ero tra i secondi, così, di pelle. In realtà non sapevo quasi nulla di lui, complice anche il fatto che io non abbia una televisione. Poi, un paio d'anni fa, l'ho riscoperto tramite youtube. Oggi, un po' alla volta mi sto divorando tutte le puntate delle sue vecchie trasmissioni, tutte, anche quelle più vecchie. Se domandiamo a qualcuno quali siano le figure che più abbiano contribuito allo sviluppo della musica italiana, probabilmente ci farebbe nomi come Mogol, Fossati, Vasco... ebbene, io tra questi ci metterei senz'altro Red Ronnie.Perché? Red Ronnie che non ha mai scritto una canzone (almeno che io sappia). Innanzitutto perché negli anni 80 e 90 (quando ancora avevo una televisione) ha permesso a gente come me di scoprire la MUSICA, quella con tutti i caratteri maiuscoli. Sappiamo cosa passava a Sanremo, mentre in radio e alla televisione spopolava il pop commerciale che, in quegli anni stava massacrando la musica. Per lui era facile cavalcare un puledro che viaggiava spedito, ma ha fatto un grosso lavoro per far conoscere a noi giovani (giovani d'allora) Jimi Hendrix, John Lennon, Bob Dylan e ed i grandi della musica. Non pago, parallelamente, ha dato spazio a tutti i giovani di talento (a volte anche senza) per farsi conoscere e fare conoscere le loro canzoni, senza sottostare ai dettami delle case discografiche. Tutti poi hanno confermato che lui riservava lo stesso trattamento ad un Beatles come ad un cantante di balera di Modena. La classe non gli è mai mancata. Negli ultimi vent'anni il calo di popolarità.
Red Ronnie: la musica e il suo valore sociale.
Motivo? Bisogna andare un po' a monte. Per lui, e anche per me, la musica non è solo la melodica combinazione di sette note. La musica è arte, cultura, morale, storia... è parte della nostra società. Fatevi una domanda: cosa sono stati gli anni 60? Gli anni della rivoluzione culturale o gli anni della rivoluzione musicale? Le due cose tendono a confondersi e a sovrapporsi. Chi contestava aveva i capelli lunghi e ascoltava musica beat. E allora Red Ronnie ha detto dei no pesanti: ha rinunciato a miliardi (di lire) per non aver voluto essere sponsorizzato da aziende che promuovevano prodotti che andavano contro la sua etica (Whisky a quanto pare).Red Ronnie e le polemiche
Quando sei fuori dal coro ti devei aspettare anche delle polemiche. La cosa che adoro del grande Red sono la classe e la pacatezza con cui risponde alle provocazioni e il fatto che non le sfrutta per farsi promozione. Ma è sul primo punto che mi voglio soffermare. C'è una cosa che adoro: più di una volta è stato accusato di aver contestato qualche artista perché questi non ha accettato l'invito ad essere intervistato da lui. Basti pensare alla lite Ronnie/Marrone/Elodie. Carissimi artisti in erba: avete grandi doti e vi auguro una grande carriera. Vi invito anche ad ascoltare i consigli di Red Ronnie che la musica la conosce molto più di voi. Un giorno magari ne saprete più di lui, ma intanto fate tesoro della sua esperienza. Ma, come dicevo, lui cerca sempre con stile di spiegarsi e appianare le diatribe, non cerca la rissa. Ora, lui non lo direbbe mai perché ha troppa classe, quindi ve lo chiedo io: pensate davvero che l'uomo che ha intervistato i più grandi musicisti, non del mondo, ma della storia, possa davvero essere turbato dal fatto che Elodie non vada alla sua trasmissione? Non parlo solo degli italiani (troppo banale: Vasco, Jovanotti, Antonacci, ...) ma anche internazionali. Emma, davvero credi che l'uomo che ha intervistato Paul Mc Cartney, George Harrison e Mick Jagger possa sentirsi frustato perché non riesce ad intervistare Elodie??? Lo sai che la moglie di George dei fab4 ha dichiarato che quella di Red Ronnie è stata la miglior intervista al Beatles? Oggi tutti cercano di litigare per avere visibilità, lui no, lui cerca sempre il bello dell'arte. Ecco perché mi fermo qui, per rispetto al grande Red Ronnie non voglio essere io ad accendere polemiche.
Red Ronnie preferisce i Duran Duran ai Queen?
Torniamo al titolo: Red Ronnie ha dichiarato che preferisce i Duran Duran ai Queen, anzi, ha detto di non essere mai stato interessato ad intervistare Freddie Mercury. Apriti cielo!!! Si è alzato un putiferio. Una pletora di insulti da chi adora il grande frontman dei Queen, ma anche qualche commento di approvazione da chi lo detesta. Tutti e due fuori luogo, secondo me. Teniamo conto di alcune cose:- Red Ronnie ha sottolineato la grande stima per il cantante in quanto tale, ha fatto vedere che possiede una collezione di dischi dei Queen ed ha raccontato di essere stato ai loro concerti. Quindi: non ha detto che non gli piace il Freddie artista. Lo sottilineo perché in molti, senza aver letto l'intera intervista, si sono scagliati contro il giornalista a parer loro reo di averlo definito un cantante mediocre
- Red Ronnie ha dichiarato che non lo voleva intervistare perché ha fatto dei concerti a Sun City, malgrado l'invito fatto a tutti i grandi artisti di non andarvi come forma di protesta contro l'apartheid. Ricordiamoci che Red Ronnie ha rinunciato ad una buona dose di successo e denaro per non essersi voluto vendere ad aziende che non rispondevano alla sua etica. Si può essere d'accordo come no, io comunque lo rispetto molto per questo. Non dimenticate poi che secondo il rosso la musica non è solo qualcosa di bello da ascoltare, ma anche uno strumento di lotta sociale e politica
- In molti dicono che fosse frustrato dal fatto che l'artista non gli avesse concesso l'intervista e che, quindi, un po' come la volpe con l'uva, l'avesse rigirata come se lui non avesse voluto intervistarlo. Chiariamo una cosa: lui ha detto che non era interessato ad intervistarlo, non che si sia rifiutato. Non ci ha mai provato, poi, se ci avesse provato, magari Freddie si sarebbe rifiutato, non lo sappiamo. Ma ricordatevi che Red Ronnie ha intervistato figure molto più popolari del cantante dei Queen, quindi non avrebbe nessun motivo di pararsi dietro discorsi come questo. Ancora una cosa che mi tengo dentro: alla fine degli anni '80 avevo scoperto i Queen. Al tempo non esisteva Internet e le audiocassette erano molto costose (i più fighi avevano il vinile). Non solo: non è detto che in un negozio di Pordenone si trovasse un LP dei Queen, spesso si doveva andare a Udine, se non a Milano. I più fanatici andavano fino a Londra per cercare dei dischi rari (a Vienna se si trattava di musica classica). Ebbene: io cominciai a chiedere in giro se qualcuno avesse avuto qualche cassetta dei Queen da prestarmi, il risultato fu: una buona percentuale non li conosceva nemmeno (non passavano in radio), qualcuno diceva che facevano schifo, altri che avevano fatto solo un paio di canzoni belle. Ma una cosa vi posso garantire: oltre a "I want it all", "We are the champion" e "Somebody to love" (divenute popolari grazie alla pubblicità di un gelato) quasi nessuno dei miei amici conosceva le loro canzoni. Il boom di popolarità si ebbe dopo la morte di Mercury. Il fatto che fosse morto di AIDS (una novità al tempo), voci che fosse stato amante di Nureyev (notizia peraltro smentita) ed un ottimo lavoro mediatico, lo portarono al grande pubblico. Una seconda rinascita si è avuta grazie al film (e al grande lavoro di marketing che ci hanno costruito intorno). Ora tutti ne parlano bene, ma all'epoca dei fatti a cui si riferisce il giornalista, eravamo davvero in pochi. Oltretutto, come dice la nostra Elena, se la gente comprendesse i loro testi e sapesse qualcosa di più sulla sua vita, forse in Italia avrebbero qualche fans di meno. Come dire: i personaggi che intervistava Red Ronnie in quegli anni erano davvero al di sopra di Freddie (come popolarità intendo, come qualità artistica lascio decidere in coscienza. Credo comunque che anche Red Ronnie condivida con me il fatto che i Queen e Freddie Mercury siano tra i più grandi artisti del 900).
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