Stati Uniti in guerra!
Si sono sprecati fiumi di parole sul premio Nobel assegnato al Poeta e, davvero, non capisco tutte queste polemiche. Perché scrive canzoni e non libri? E quindi non fa letteratura? Sinceramente i suoi testi valgono più di tante poesie. E allora Dario Fo che scriveva di teatro? Accendiamo un'altra polemica? Io no e quindi mi fermo qui e vado a parlare di una dei suoi capolavori: Blowin'in in the wind.
Come tutti i brani del primo Bob Dylan si tratta di un testo apparentemente semplice e profondo. Ancora una volta devo ricordarvi che siamo nel 1963 e che gli Stati Uniti sono in guerra. In seguito all'intervento di un troll, forse vale la pena fare chiarezza riguardo a questa guerra. Lui sostiene che, nel 1963, l'intervento americano nello stato asiatico era ancora "in sordina", e ancora non si erano viste in TV le tristi immagini con le file di bare coperte dalla bandiera americana. L'autore del commento, di conseguenza, conclude che non c'è nessun riferimento alla guerra del Vietnam (conclude anche che io sia un ignorante e tutte le solite cose che dicono i troll). Come ebbi modo di commentare, la cosa è irrilevante. Credo che Bob Dylan fosse abbastanza intelligente da immaginare cosa stesse accadendo oltreoceano, ma questo non cambia nulla sul significato della canzone. Non si tratta di una canzone contro il Vietnam o qualche altra guerra specifica, ma di una canzone contro tutte le guerre. Anzi, per tagliare la testa al toro, la potremmo definire una canzone sulla pace.
Come tutti i brani del primo Bob Dylan si tratta di un testo apparentemente semplice e profondo. Ancora una volta devo ricordarvi che siamo nel 1963 e che gli Stati Uniti sono in guerra. In seguito all'intervento di un troll, forse vale la pena fare chiarezza riguardo a questa guerra. Lui sostiene che, nel 1963, l'intervento americano nello stato asiatico era ancora "in sordina", e ancora non si erano viste in TV le tristi immagini con le file di bare coperte dalla bandiera americana. L'autore del commento, di conseguenza, conclude che non c'è nessun riferimento alla guerra del Vietnam (conclude anche che io sia un ignorante e tutte le solite cose che dicono i troll). Come ebbi modo di commentare, la cosa è irrilevante. Credo che Bob Dylan fosse abbastanza intelligente da immaginare cosa stesse accadendo oltreoceano, ma questo non cambia nulla sul significato della canzone. Non si tratta di una canzone contro il Vietnam o qualche altra guerra specifica, ma di una canzone contro tutte le guerre. Anzi, per tagliare la testa al toro, la potremmo definire una canzone sulla pace.
Oltre la guerra.
In questo particolare momento storico, più che la guerra, a farci paura è un coronavirus. Molti artisti hanno cercato di darci supporto con le loro canzoni, e non poteva certo mancare il giullare con cappotto di James Dean, che ci ha deliziato con un originalissimo capolavoro, Murder Most Foul, di cui riportiamo testo, traduzione e spiegazione di tutti i riferimenti.Parliamo del testo di Blowin' in the wind
Ancora una volta il poeta ci parla dall'alto, senza alzare il dito, senza toni forti, senza accuse. Anzi, in questo brano sembra quasi che fare la guerra sia uno degli istinti dai quali l'uomo non si potrà mai liberare. Prima di spiegare il significato del testo ve lo pubblico nella versione originale in inglese e nella sua traduzione (per quanto tradurre una poesia sia di fatto impossibile) in italiano.che si potrebbe tradurre così:How many roads must a man walk downBefore you call him a man?Yes, 'n' how many seas must a white dove sailBefore she sleeps in the sand?Yes, 'n' how many times must the cannon balls flyBefore they're forever banned?The answer, my friend, is blowin' in the wind,The answer is blowin' in the wind.
quante strade deve percorrere un uomo
prima che si possa chiamare uomo?
e quante spiagge deve vedere una colomba bianca
prima di potersi riposare nella sabbia
e quante volte devono volare le palle di cannone
prima che vengano cancellate?
la risposta, amico mio, sta soffiando nel vento...
la risposta sta soffiando nel vento
Tutto e tutti crescono.
C'è poco da commentare: ogni conquista richiede un percorso. Un uomo deve camminare (o vivere, lavorare, soffrire o quello che preferite) diversi anni prima di essere davvero un uomo. Una colomba deve viaggiare per il mondo prima di trovare pace. E quante palle di cannone dovremo ancora sparare prima di imparare a non usarle più?
Il ritornello invece si presta a diverse interpretazioni. Soffia nel vento potrebbe significare che non esiste (polvere al vento), che esiste e che si sta propagando per tutto il mondo (erano gli anni in cui il movimento hippy partendo dall'America stava arrivando in ogni angolo del pianeta), ma a me piace pensare che la risposta soffi nel vento, leggera, a basso volume, ma che noi non siamo in grado di porgere l'orecchio ed ascoltare. Ma, forse, come la colomba, presto ci arriveremo.
How many times must a man look upBefore he can see the sky?Yes, 'n' how many ears must one man haveBefore he can hear people cry?Yes, 'n' how many deaths will it take till he knowstoo many people have died?The answer, my friend, is blowin' in the wind,The answer is blowin' in the wind.
Che tradurrei così:
quante volte un uomo deve guardare in alto
prima di scorgere il cielo?
e quante orecchie deve avere
per sentire una persona piangere?
e in quanti devono morire
prima che si accorga che ne sono morti troppi?
La natura ci parla, ma noi non sappiamo ascoltare.
Direi che si ricollega a quello che ho scritto sopra. L'uomo è sordo! L'uomo non sente le risposte perchè non è in grado di ascoltare.
Una traduzione potrebbe essere:How many years can a mountain existBefore it's washed to the sea?Yes, 'n' how many years can some people existBefore they're allowed to be free?Yes, 'n' how many times can a man turn his head,Pretending he just doesn't see?The answer, my friend, is blowin' in the wind,The answer is blowin' in the wind.
quanti anni può esistere una montagna
prima che sia spazzata nel mare?
e quanti anni deve vivere la gente
prima di essere libera?
e quante volte un uomo può girare la testa
e fare finta di non vedere?
Non esiste speranza?
Questo paragrafo lo considero denso di pessimismo. La sostanza è: come ci vogliono centinaia di milioni di anni perchè una montagna venga spianata, tanto da sembrarci immobile, tanto ci vuole perchè l'uomo impari ad ascoltare. Ma, visto che, probabilmente quando scompariranno le alpi noi non ci saremo più, allo stesso modo, finchè ci sarà l'uomo ci saranno le guerre.
"ma a me piace pensare che la risposta soffi nel vento, leggera, a basso volume, ma che noi non siamo in grado di porgere l'orecchio ed ascoltare. Ma, forse, come la colomba, presto ci arriveremo."
RispondiEliminaPersonalmente ho da sempre dato solo questa interpretazione! ottima spiegazione di un testo stupendo sia per gli anni in cui è stato composto che per "l'oggi" perpetuo, visto che le guerre continuano (per l'interesse di pochi) ad uccidere milioni di persone inconsapevoli.....commentato come anonimo poiche non ho altri modi, se vuoi la mia mail te la mando volentieri.
Complimenti
Gino
jioji
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
EliminaL'umanità vive nell'ombra in quanto i nostri sensi sono in grado di percepire solo la superficie della verità.
RispondiEliminaCiao!
RispondiEliminaVorrei segnalarti che questa canzone è stata tradotta interamente in italiano da Mogol, grande paroliere anche lui, e devo dire che l'idea è resa, anche se secondo me non è molto fedele a quanto scritto da Dylan (però di questo brano mi piace di più la versione di Joan Baez). Tra l'altro, quello che secondo me Dylan ha espresso ma Mogol ha tralasciato, è stato il concetto dell'indifferenza. "quante orecchie deve avere una persona prima di poter sentire gli altri piangere"... Sulla versione di Mogol secondo me si è dato troppo risalto alla morte, e a quel che succede al prossimo, piuttosto che a quello che NOI potremmo fare per il prossimo affinché le cose cambino in meglio.
Ti passo la traduzione
La risposta è caduta nel vento
[nota: non capisco la scelta del verbo caduta, piuttosto che "sospesa", forse "caduta" ci stava musicalmente meglio; ma nel vento qualcosa non può mai cadere, il vento soffia, si muove, è aria, per cui più che caduta avrei messo sospesa...]
Testo:
Quante le strade che un uomo farà
e quando fermarsi potrà?
Quanti mari un gabbiano dovrà attraversar
per giungere e per riposar?
Quando tutta la gente del mondo riavrà
per sempre la sua libertà?
Risposta non c’è, o forse chi lo sa,
caduta nel vento sarà.
Quando dal mare un’onda verrà
che i monti lavare potrà?
Quante volte un uomo dovrà litigar
sapendo che è inutile odiar?
E poi quante persone dovranno morir
perché siamo in troppi a morir?
Risposta non c’è, o forse chi lo sa,
caduta nel vento sarà.
Quanti cannoni dovranno sparar
e quando la pace verrà?
Quanti bimbi innocenti dovranno morir
e senza sapere il perché?
Quanto giovane sangue versato sarà
finché un’alba nuova verrà?
Risposta non c’è, o forse chi lo sa,
caduta nel vento sarà.
...testo trovato su wikitesti
RispondiElimina@ Masimiliano Arena: Grazie del commento. Un punto di vista più completo: illuminante.
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminama che dicii… questi commenti presi da internet
RispondiEliminahai ragione, deve vergognarsi
EliminaCiao e grazie per aver condiviso questa traduzione che seppure non perfetta, mantiene il significato originario. La scelta di "caduta" la trovo pertinente: Mogol raccoglie e sintetizza l'ambiguità di "blowin' in the wind". La risposta semplicemente non c'è, oppure c'è ma è caduta nel vento e nessuno è riuscito ad acchiapparla. In questo modo l'immagine che Mogol ci regala è definitiva,ovvero la risposta è caduta invano chissà dove, mentre molti di noi immaginano una risposta che continua a volare nel vento in attesa di essere acciuffata da qualcuno di particolarmente saggio e illuminato.
RispondiEliminaRiascoltando il brano direi che hai ragione. Procedo a modificare
Elimina