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I grandi canti e cori fascisti

fascismo
Coi tempi che corrono, non so se sia necessario fare un disclamer anche qui. In questo sito si parla solo di musica e di testi di canzoni, non di politica. I testi, porzioni di testi e collegamenti verso siti esterni vengono qui riportati solo per il loro valore storico e non per promuovere alcun tipo di propaganda politica. Ancora una cosa: quando parlo di canti e cori fascisti, parlo di canti e cori appartenenti all'epoca del fascismo e non a canti di oggi che inneggiano al ventennio.

L'Italia nell'era Fascista

Non mentiamo a noi stessi, anche può essere comodo, l'Italia è stata fascista per un certo periodo della sua storia. Era fascista perché il partito di maggioranza era fascista e, se il partito di maggioranza era fascista, era perché, una buona fetta di italiani era fascista. Attenzione, non ho detto che la maggioranza degli italiani era fascista, ma una buona fetta. Il risultato delle elezioni, infatti, era stato corrotto da una condotta violenta e intimidatoria da parte del partito in questione, condotta che venne denunciata dal Matteotti, che pagò a caro prezzo la sua lotta per la libertà. Resto comunque convinto che il partito non avrebbe potuto applicare questa politica e raggiungere il 67% dei consensi, senza una vasta e solida base elettorale.

L'arte, la musica ed i cori in epoca fascista

È naturale quindi che anche anche l'arte prendesse parte a questo movimento politico culturale, e non lo fecero solo scrittori, come d'Annunzio, o artisti appartenenti a varie forme d'arte, come i Futuristi, ma anche i musicisti. Non erano ancora arrivati gli anni dei grandi cantautori, delle rock band e degli stadi, erano gli anni dei canti popolari. I canti che si facevano quando la gente si riuniva per lavare i panni al fiume, per ascoltare il leader del partito o alla festa del paese. Questi canti hanno un duplice valore, quello puramente artistico, ma anche quello storico. Erano i canti della base del popolo, e ci permettono di capire meglio la mentalità, la cultura e persino il linguaggio di una generazione. Bene, vediamo allora se è possibile capire qualcosa di più sul Fascismo ascoltando questi canti. Vediamo se ci permettono di capire il punto di vista dei contadini dell'epoca sul fenomeno che stava cambiando l'Italia, l'Europa e il Mondo. Vado ad elencare e commentare alcuni tra i più popolari o interessanti canti fascisti del ventennio.

Faccetta Nera

Forse il più noto, anche perché quello più politicamente corretto. Talmente corretto che l'allora regime fascista ne chiese prima la totale censura, poi, in un secondo momento, la modifica di alcuni versi. Qui potete trovar il testo originale di Faccetta Nera. Questo è interessante. In pratica, da un lato, la gioventù fascista aveva assorbito alcuni dei valori, come l'idea di riportare l'Italia agli antichi fasti dell'impero romano (idea che si è cercato di materializzare con delle drammatiche operazioni militari dall'esito disastroso), dall'altro non aveva ancora metabolizzato il concetto di razza. L'italico amore verso la vita e verso l'umanità in generale, arrivava a decantare l'amore tra un italiano, popolo di pura razza ariana (secondo i Fascisti) e una persona di colore. Una delle principali attenuanti che vengono spesso addotte alla triste pagine delle leggi razziale e che queste siano state promulgate davanti all'indifferenza del popolo, per fare un favore ad Hitler. Popolo che non ne aveva colpa e non le voleva, semplicemente le ha ignorate. Potrebbe essere vero, anche se parzialmente. Ecco perché insisto sul dire che è nostro dovere essere informati. La nostra indifferenza può portare a delle vere e proprie tragedie. Leggiamo, studiamo, restiamo informati. Mi piace citare qui una frase di Woody Allen: "leggo per legittima difesa".

Giovinezza

Questo è il canto che meglio, secondo me, nel suo significato descrive meglio la cultura fascista. Il testo completo di Giovinezza lo trovate qui. Un brano nato all'inizio del secolo, molto primo dell'avvento del Fascismo, con fini goliardici. Il testo cambiava continuamente, ma la versione più famosa venne composta da Nino Oxilia col titolo de "il commiato" ed era l'inno dei laureandi. L'inno venne poi ereditato da diverse realtà, anche gli Arditi lo fecero loro durante la prima guerra mondiale. E quale cosa migliore che fare proprio un inno che è stato l'inno dei giovani laureati e del miglior corpo militare italiano? Ovviamente con qualche modifica, non possiamo non sottolineare come a Mussolini si debba il merito di aver creato questa grande generazione fascista. Ad ogni modo, in questo brano sono sintetizzati tutti i valori del Fascismo:

Salve o popolo d'eroi
Salve o Patria immortale

il riferimento ad una grande patria con una grande storia, ad una patri eterna ed immortale. In realtà il regno di Italia aveva era nato da alcune decine d'anni, ma loro pensano che sia esistito in modo ininterrotto già dai tempi di Romolo.

Con la fede e l'ideale
Il valor dei guerrieri

  La fede nel grande ideale. Uno dei punti di forza del partito. D'altronde, senza la fede in un ideale, da seguire ciecamente (credere, obbedire e combattere...) non sarebbe facile ottenere cieca obbedienza da un popolo (cosa comunque impossibile da quello italiano, credo).

Primavera di bellezza
Nella vita e nell'asprezza

Meravigliosa contraddizione: il nostro ideale è così bello, da rendere bella questa primavera (intesa come rinascita, rinascita di un popolo sotto la guida del partito in questo caso) anche nell'asprezza. Insomma, è bello sacrificarsi per il proprio  ideale. 
Dell'Italia nei confini
Son rifatti gli italiani
Li ha rifatti Mussolini
Per la guerra di domani
Per la gioia del lavoro
Per la pace e per l'alloro
Per la gogna di coloro
Che la Patria rinnegar

Questo, ovviamente, è un passaggio fondamentale per ogni dittatura: tutta questa nuova bellezza è merito della nostra guida, ed è una gioia per noi lavorare e persino andare in guerra per lui. Poi, la frase più pericolosa, anche se messa li con leggerezza: gogna per color che la patria rinnegar! Due concetti importanti: chi non riconosce che oggi viviamo nella gioia e che lo facciamo grazie a Mussolini rinnega la stessa patria, e chi rinnega la patria va messo alla gogna. Sempre occhi aperti a questi sillogismi. È da qui che poi si leggittimano comportamenti tipici dell'epoca, come far bere l'olio di ricino ai nemici della patria (e anche peggio).

Io ti saluto vado in Abissinia

Fondamentale, era necessario far passare il messaggio che partire per la guerra in Abissinia significasse andare a prendere il sole in Africa, quasi si trattasse di un villaggio turistico. Il vero Italiano ed il vero fascista doveva anelare di partire, e, nel caso fosse rimasto a casa, struggersi per l'invidia e per la vergogna. Ricordiamoci poi che una donna che si rispetti non avrebbe mai voluto sposare un uomo che non avesse portato in dote la missione per lo stato, per il partito, per il duce.

Allarmi siam fascisti

Canzone riscritta in mille versioni goliardiche, per la furia dei neo fascisti che ne portano massimo rispetto. Alcune dal testo davvero spassoso. Anche qui il culto della guerra. Un po' perché l'Europa era in fermento e tutti si aspettavano la guerra, un po' perché il loro duce voleva dare soddisfazione alla propria vanità prendendo parte a qualche conflitto bellico. Attaccammo la Francia a guerra già vinta, il famoso attacco alle spalle di un morto, atti vile per il quale la Francia faticò a perdonarci. Ma, come disse il duce, avevamo bisogno di alcuni morti da portare al tavolo della pace. Era quindi necessario un inno, che motivasse i nostri soldati ad andare a morire con obbedienza e gioia, per la gloria di Mussolini. C'è ne sono tanti altri di inni che girano in torno alla guerra, Eviterò di metterli, perché il concetto ormai si è capito

Le donne non ci vogliono più bene

Il testo è difficile da reperire, quindi vi indico il link: le donne non ci vogliono più bene. Qui le cose cambiano parecchio: siamo nel 1944 in piena guerra civile e i temi sono cambiati. Qui si parla già di traditori e venduti al nemico. Il canto è a due voci, quello delle donne e quello dei giovani (donne e giovani fascisti naturalmente).  Quello che trovo agghiacciante è l'ultimo ritornello cantato dalle donne, dove con leggerezza ed allegria, si dice:

se un cuor di donna vi farà la corte,
che vi ha seguito sotto la mitraglia:
è un fuoco in meno in petto agli imboscati!

tradotto: uccideremo tutte le donne dei partigiani. Orribile. Dove eravamo arrivati con quella guerra? Non sto parlando di fascisti, antifascisti, comunisti, democristiani o quello che sia. Come disse Kurosawa gli americani hanno tirato la bomba atomica sul Giappone non perché siano più cattivi degli altri, è la guerra e basta, è l'odio che genera la guerra. E dove era arrivato l'odio se donne allegre cantavano l'omicidio di loro compatriote, solo perché la pensavano in modo diverso?

Me ne frego

Forse, più che di un canto  fascista, si è trattato di un'abile operazione commerciale. Me ne frego era già un motto Fascista. Metterla come titolo di una canzone significava andare incontro ad un successo sicuro. E così è stato. Ma cosa significa questo "me ne frego"? Significa ignorare tutte le minacce, i rischi delle proprie azioni, in altre parole, significa: rinuncio a pensare. Faccio quello che mi ordina Mussolini e se tu cerchi di farmi riflettere ti rispondo "me ne frego", non sono qui per pensare, ma per obbedire. Il motto e la canzone ebbero un tale successo, che nel dopoguerra ne nacque una seconda versione, sempre con lo stesso titolo. Anche qui si dice "se il sol dell'avvenire è rosso di colore, me ne frego di morire sventolando il tricolore". Un po' l'idea Fascista, me ne frego di tutto, per me conta solo il partito.




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