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I talent uccidono lo musca?

Maria de Filippi talent

3 anni dopo

Sono passati 3 anni da quando ho scritto questo articolo. Ci avevo visto giusto? Cosa ci hanno regalato i talent? Alla fine di tutto i Maneskin, Emma Marrone e Marco Mengoni. Vent'anni e migliaia di ore televisive per 3 nomi? Davvero troppo poco, Cecchetto con un millesimo dei mezzi, nel solo decennio degli '80, ha conquistato il mondo.

I talent davvero uccidono la musica?

In quanti hanno detto che i talent uccidono la musica? Tanto per citarne qualcuna Red Ronnie, Mogol, Pino Scotto, Morgan... La domanda è: lo dicono perché lo pensano o è solo la parabola della volpe e l'uva? Già, perché i dinosauri della musica, sul trono dagli anni '60, per la prima volta devono abdicare. Non deve essere facile per chi credeva di essersi guadagnato questo diritto per quanto fatto 50 anni fa e di non poter più essere messo in discussione. Guardate il festival della canzone italiana di Sanremo, dove i mostri sacri della musica italiana rinunciano a partecipare perché non vogliono uscire scornati dal confronto con i ragazzini generati dalla de Filippi. Volete sapere cosa ne penso io?

  • Si, i talent stanno uccidendo al musica.

Forse uccidendo è la parola sbagliata, ma per certo la stanno soffocando. Non ho dubbi, e mi aggiungo al coro dei detrattori. A questo punto però, sarà necessario a spiegarne le ragioni, rispetto alle quali non ho dubbi.

Arte o Karaoke?

Innanzitutto ai talent non si fa musica, si fa il Karaoke. Anzi, il Karaoke è musica, ma non è arte, quindi hanno portato l'asticella della musica ad un livello più basso. Gli artisti per farsi notare devono cantare un brano famoso e, possibilmente molto difficile. E lo fanno e sono davvero bravi in questo. La tecnica dei ragazzi che partecipano ai talent è straordinaria, ma non stanno facendo qualcosa di artistico, ma semplicemente giocando al Karaoke.

Artisti virtuosi e artisti dotati di X-Factor

Il fatto che per farsi notare sia necessario cantare canzoni virtuose, paradossalmente, elimina gli autori che sono davvero dotati di x-factor. Abbiamo trovato decine di cloni di Freddie Mercury, ma non un nuovo Freddie Mercury. E quanti hanno dimostrato capacità vocali al livello di Mia Martini? Ma nessuno di loro era una nuova Mia Martini. Soprattutto, stiamo eliminando proprio gli artisti dotati di x-factor. Ho parlato di Freddie Mercury? Bene, il grande leader dei Queen verrebbe sicuramente eliminato in fase di selezione di un talent, a causa della sua "mancanza di voce". Se guardate i suoi meravigliosi live (arte pura) il cantante deficita proprio di voce, non ha fiato, non c'è la fa. Poco importa, c'è un empatia nella sua voce, che vale 1000 do di petto di Luciano Pavarotti. Ma se partecipasse ad un talent, dovrebbe cedere il passo ad uno dei suoi cloni, che canta talmente bene da non essere distinguibile dall'incisione del CD.

Che fine farebbero i Beatles in questa epoca di talent?

Riuscirebbero oggi artisti come Guccini, Bob Dylan, de Andrè o i Beatles ad emergere in questo contesto di talent? La risposta è no, assolutamente no. Perché? Cosa canterebbe Guccini ad una selezione per farsi notare? Non lo so, ma quello di cui sono sicuro è che con la sua scarsa voce calante e la sua erre moscia, non andrebbe da nessuna parte. Bob Dylan è semplicemente stonato, Faber ha una tale personalità della voce che potrebbe cantare solo canzone sue. E i Beatles? Paul McCartney ha detto che, al giorno d'oggi, non ci sarebbe spazio per i Beatles. Ecco il paradosso: i programmi come x-fractor premiano chi è bravo a fare il Karaoke, non chi è dotato di X-factor. Regalano il successo agli imitatori, non agli artisti o ai cantautori.

I talent limitano la libertà.

Il genio è sempre stato libero: Jimi Hendrix è diventato una leggenda perché ha fatto una versione blasfema dell'inno nazionale americano a Woodstock, John Lennon perché ha aderito all'ideale pacifista, Jim Morrison perché ha messo in note i tabù ed ha cantato l'incesto in un locale della California. Nei talent non sei libero, prima di fare la tua prima apparizione hai già firmato e accettato una pletora di clausole capestro, che ti impediscono di uscire dal seminato. Sei diventato il pezzo di una macchina, devi comportarti in modo di portare a casa fatturato, libertà, arte o simili non contano.

Vengono meno i valori della musica

Tolgono i valori agli artisti. Una volta l'arte partiva dal basso. C'era un movimento, una comunità, un ideale, la gente stava insieme, si radunava, ne parlava... e in quel contesto magari nasceva anche della musica. Nascevano i grandi musicisti, i ribelli, il "Combat Rock". La musica era condivisione, ribellione, valori, ora è solo marketing.

Gli artisti non hanno tempo per fare la gavetta e crescere

Abbiamo tolto la gavetta agli artisti. Passare dal nulla alla televisione non ti fa bene. Lo dimostra la velocità con cui, usciti dai riflettori dei talent, i nuovi artisti scompaiono. Non hanno le spalle larghe. Non sono bravi a gestire un pubblico, che non è sempre ammaestrato come quello delle ragazzine che fanno la fila per il selfie al centro commerciale. Chiedete a Vasco Rossi, che cantava nei bar mentre i ragazzini lo prendevano per il culo e gli tiravano freccette di carta, o a Ligabue che, al primo concerto di Lignano, aveva una cinquantina di persone tra il pubblico. Quella gavetta, quella fatica e quei fallimenti, li hanno temprati, ed ora sanno convertire ogni situazione in un successo.

Cercare esclusivamente il successo

Non pensano a fare arte, ma al successo. Questo si traduce nel seguire la moda e scrivere per chi ascolta. Tutto questo toglie l'anima alla musica, e la rende molto frivola e superficiale. La grande musica, quella che entra nella storia, quella che ha fatto la storia, ha un significato profondo e, spesso, chi la ha scritta, non si stava chiedendo se avrebbe venduto dischi oppure no.

Ai discografici conviene investire nei reality

Oggi però i discografici sanno che investire in un ragazzo che partecipa ad un reality è un successo garantito. Le sue numerose comparsate televisive, unite alle partecipazioni radiofoniche concordate, garantiscono la vendita di almeno 70.000, e questo basta. L'anno dopo ci sarà un altro talent e ci saranno nuovi illusi da contrattare.

Un consiglio? Tornate a vedere i concerti dal vivo, i gruppi locali, quelli veri, possibilmente non cover band.

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