Chi è Stromae?
Stromae, secondo un gergo francese chiamato Verlan, significa il maestro, e, con un pizzico di arroganza, a parer mio, è lo pseudonimo con cui si firma Paul Van Haver, un giovane cantante Belga (non francese come molti pensano). Stromae è di origini belga da parte di madre, mentre il padre è originario del Ruanda, paese dove ha conosciuto la morte nel 1994 durante il genocidio dei Tutsi ad opera degli Hutu, quando Stromae aveva solo 9 anni.
Al padre è dedicata questa canzone, o almeno, così pare. Se vogliamo capirne il testo fino in fondo, dobbiamo sempre tenere a mente quello che ci dicono i grandi autori: è impossibile scrivere su qualche cosa che ti coinvolge direttamente. A titolo d'esempio: quando chiesero a Vasco Rossi se "benvenuto tra noi" fosse dedicata a suo figlio, l'autore di Zocca rispose che è impossibile scrivere una canzone a proprio figlio, andrebbe piuttosto immaginata come una canzono di tutti i padri del mondo al loro figlio.
Tornando a noi, non credo che Stromae abbia dedicato la canzone a suo padre, nonostante nel brano ci siano diversi riferimenti autobiografici: la prematura scomparsa e l'assenza cronica dello stesso.
La vedo come una canzone di tutti gli adulti del mondo che sentono la necessità di un padre, e non necessariamente di un padre biologico, ma anche di una guida sempre presente o, più semplicemente, di Dio.
I padri, un'assenza rassicurante.
Nel testo, che trovate di sotto, nella prima parte parla una bambino, che chiede alla madre dov'è il padre. La risposta è che il padre non è lontano. Non si parla di lontananza geografica. Leggendo bene si intende che per il bambino il padre è sempre vicino e rassicurante, anche quando non c'è. Il padre sa tutto! Il padre non ha bisogno di parlare! Il padre non ha bisogno di ascoltare! Il padre è una certezza, un punto fermo.
La mancanza di un padre quando si è adulti.
Nella seconda parte il "non più giovane" Stromae capisce che sta diventando adulto, che sarà lui un papà, e che non c'è nessun papà per lui. Il papà ripeto, rappresenta la certezza, il poter vivere senza preoccupazioni, è lui che ci protegge, è lui che pensa a tutto. Ora Stromae sta diventando adulto, probabilmente anche lui padre, e vorrebbe un padre che gli facesse da padre. E si domanda se sarà lui stesso un buon padre. Ma che padre potrà avere un padre? Se cambiamo la parola padre con Dio il tutto conserverà lo stesso significato. Ecco cos'è Dio per l'autore. Un padre, al pari del suo, che non si vede, che non si sente e con cui non è possibile parlare, ma che c'è e conosce tutti i suoi bisogni.
Il bisogno sentire Dio.
La terza parte è quella più struggente. È un implorazione, dove sei nascosto? Fatti vedere! Devi farlo! Per quanto una fede sia forte, spesso questa vacilla. Arrivano i dubbi, le paure, e tutti noi imploriamo Dio di farsi vedere, di darci un segno, di farci avvertire la sua presenza, che da sola, basta a darci conforto e coraggio.
Testo eccellente, come spesso lo sono i testi francofoni, che, con mio dispiacere, sono molto snobbati dal pubblico internazionale. Riguardo alla musica invece sono un po' più critico. Abbastanza prevedibile, poco originale, nessuna nota eccellente, ma, soprattutto, poco in linea col testo. Ma forse mi sbaglio io, avrei voluto una musica più discreta proprio per non distrarre dalla profondità del testo, un po' come fa Guggini, ma non è detto che questa sia una cosa buona.
In conclusione, in via del tutto eccezionale, ringraziamo Sanremo che ha portato alla conoscenza del grande pubblico italiano questo pregevole autore Belga (il pubblico più raffinato già lo conosceva), e speriamo che riesca a darci tante canzoni come questa.
Testo originale in francese:
Dites-moi d’où il vient
Enfin je serais où je vais
Maman dis que lorsqu’on cherche bien
On finit toujours par trouver
Elle dit qu’il n’est jamais très loin
Qu’il part très souvent travailler
Maman dit travailler c’est bien
Bien mieux qu’être mal accompagné
Pas vrai?
Où est ton papa?
Dis moi où est ton papa!
Sans même devoir lui parler,
Il sait ce qu’il ne va pas.
Hein sacré papa!
Dis moi où es-tu caché!
Ça doit…
Faire au moins mille fois que j’ai
Compté mes doigts
Hé!
Où t’es? Papaoutai?
Où t’es? Papaoutai?
Où t’es? Papaoutai?
Outai outai où papaoutai?
Où t’es? Papaoutai?
Où t’es? Papaoutai?
Où t’es? Papaoutai?
Outai outai où papaoutai?
Quoi, qu’on y croit ou pas
Y aura bien un jour où on y croira plus
Un jour où l’autre on sera tous papa
Et d’un jour à l’autre on aura disparu
Serons-nous détestable?
Serons-nous admirable?
Des géniteurs ou des génies?
Dites nous qui donnait
Sans soucis responsable!
Ah dites nous qui diar
Tout le monde sait
Comment on fait des bébés
Mais personne sait
Comment on fait des papas
Monsieur j’sais tout
On aurait hérité, c’est ça.
Trop d’sucer d’son pouce ou quoi?
Dites nous où s’est caché,
Ça doit…
Faire au moins mille fois qu’on a
bouffé nos doigts
Hé!
Où t’es? Papaoutai?
Où t’es? Papaoutai?
Où t’es? Papaoutai?
Outai outai où papaoutai?
Où t’es? Papaoutai?
Où t’es? Papaoutai?
Où t’es? Papaoutai?
Outai outai où papaoutai?
Où est ton papa?
Dis moi où est ton papa!
Sans même devoir lui parler,
Il sait ce qu’il ne va pas.
Hein sacré papa!
Dis moi où es-tu caché!
Ça doit…
Faire au moins mille fois que j’ai
Compté mes doigts
Hé!
Où est ton papa?
Dis moi où est ton papa!
Sans même devoir lui parler,
Il sait ce qu’il ne va pas.
Hein sacré papa!
Dis moi où es-tu caché!
Ça doit…
Faire au moins mille fois que j’ai
Compté mes doigts
Hé!
Où t’es? Papaoutai?
Où t’es? Papaoutai?
Où t’es? Papaoutai?
Outai outai où papaoutai?
Où t’es? Papaoutai?
Où t’es? Papaoutai?
Où t’es? Papaoutai?
Outai outai où papaoutai?
Testo tradotto:
Ditemi da dove viene,
alla fine io sarò dove sono
Mamma dice che quando si cerca bene
si finisce sempre per trovare qualcosa.
Lei dice che lui non è mai troppo lontano,
che va molto spesso a lavorare.
Mamma dice che è un bene lavorare,
molto meglio che essere male accompagnati
Non è così?
Dov’è tuo papà?
Dimmi dov’è tuo papà!
Anche senza dovergli parlare,
lui sa cosa non va.
Ah, sacro papà!
Dimmi dove sei nascosto!
Devi farlo…
Fallo almeno prima che conti le dita
altre mille volte.
Hé!
Dove sei? Dove sei papà?
Dove sei? Dove sei papà?
Dove sei? Dove sei papà?
Dove sei, dove sei, dove, dove sei papà?
Dove sei? Dove sei papà?
Dove sei? Dove sei papà?
Dove sei? Dove sei papà?
Dove sei, dove sei, dove, dove sei papà?
Tuttavia, che ci crediamo o no
ci sarà un giorno in cui ci crederemo eccome,
un giorno o l’altro saremo tutti papà
e da un giorno all’altro saremo tutti andati.
Saremo detestabili?
Saremo ammirabili?
Dei genitori o dei geni?
Dimmi chi è che dava
responsabilità senza preoccupazioni!
Sì, spiegateci la diarrea,
tutti lo sanno
come si fanno i bambini,
ma nessuno sa
come si fanno i papà.
Mio caro signore, io so tutto
l’ho ereditato, è così.
Troppo succhiare il pollice o cosa?
Dimmi dove si è nascosto,
dev’essere così…
Fallo almeno prima che mangi le dita altre mille volte.
Hé!
Dove sei? Dove sei papà?
Dove sei? Dove sei papà?
Dove sei? Dove sei papà?
Dove sei, dove sei, dove, dove sei papà?
Dove sei? Dove sei papà?
Dove sei? Dove sei papà?
Dove sei? Dove sei papà?
Dove sei, dove sei, dove, dove sei papà?
Dov’è tuo papà?
Dimmi dov’è tuo papà!
Anche senza dovergli parlare,
lui sa cosa non va.
Ah, sacro papà!
Dimmi dove sei nascosto!
Devi farlo…
Fallo almeno prima che conti le dita
altre mille volte.
Hé!
Dov’è tuo papà?
Dimmi dov’è tuo papà!
Anche senza dovergli parlare,
lui sa cosa non va.
Ah, sacro papà!
Dimmi dove sei nascosto!
Devi farlo…
Fallo almeno prima che conti le dita
altre mille volte.
Hé!
Dove sei? Dove sei papà?
Dove sei? Dove sei papà?
Dove sei? Dove sei papà?
Dove sei, dove sei, dove, dove sei papà?
Dove sei? Dove sei papà?
Dove sei? Dove sei papà?
Dove sei? Dove sei papà?
Dove sei, dove sei, dove, dove sei papà?
Ottimo approfondimento, molto puntuale e completo.
RispondiEliminaProprio perché la pagina è di qualità, segnalo solo alcune che penso siano sviste nella trascrizione del testo : "Enfin je saurai" e non "serais" ("ditemi da dove viene, finalmente saprò dove vado"; "Maman dit" e non "dis"; "ce qui ne va pas" e non "ce qu'il"; "qu'on y croie ou pas" (congiuntivo presente);"Un jour ou l'autre" (senza accento);"détestables" e "admirables" vanno al plurale con "nous"; il "Quoiqu'on y croie ou pas" è la crasi di "Quoique, qu'on y croie ou pas" (la traduzione che avete fatto è perfetta); "où on y croira plus" è tradotto rovescio: "sebbene, che ci crediamo o no, ci sarà ben un giorno in cui non ci crederemo più"; trovo strana la trascrizione del tratto "Dites-nous qui donnait sans soucis responsable" perché grammaticalmente non ha senso e la traduzione è un po' libera :-)... La traduzione di "Monsieur-j'sais-tout" dovrebbe essere "Signor-so-tutto-io", cioè "signor sapientino" e la sequenza diventa: "signor-so-tutto-io, ne avremmo ereditato? Come no!...", il "c'est ça!" è infatti espressione ironica.
Grazie per la bella pagina, saluti.
Stupendo! Appena ho un'attimo di tempo procedo alle correzionI!
Eliminaio invece trovo che la melodia sia perfetta, è contemporaneamente energica, triste e meccanica.. gli sta a pennello. Forse non sempre un testo impegnato deve avere risalto rispetto alla musica, se c'è un messaggio lo si coglie lo stesso anzi, ai miei occhi i suoi pezzi hanno valore proprio per quello, con un occhio al moderno ma sempre con buoni contenuti
RispondiEliminadimenticavo, grazie per l'articolo ;-)
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