I cento passi: un inno dei Modena City Ramblers per la lotta alla mafia
Ricordo quella mattina in cui, ancora ragazzo, venne il bidello a dirci che dovevamo recarci tutti in auditorium. Era successo qualcosa di terribile: il magistrato antimafia Giovanni Falcone era stato ucciso. Io, forse perché ancora ragazzino o forse perché in Italia l'unico modo per diventare santi è quello di diventare martiri, nemmeno sapevo chi fosse. Capivo però due cose: che era successo qualcosa di importante, di estremamente grave e che tutto il paese si era riunito per cominciare a lottare come mai non aveva fatto. In quel occasione venne chiamato a parlare un magistrato di Pordenone (la mia città), si chiamava Manzon se non sbaglio, e si cominciava a lavorare per creare una nuova coscienza civica. Poi è arrivata l'epoca Provenzano, quella del "Piegati giunco finché non è passata la piena", ovvero la mafia scelse un basso profilo, consapevole che stavano arrivando momenti difficili. Così, col tempo è diminuito l'interesse dei media e, con esso, la guardia si è allentata. A trent'anni da quel tragico evento, è importante rinfrescarci la memoria. E allora una proposta: perché non far conoscere la Mafia attraverso i cento passi dei Modena City Ramblers? Non è mica necessario essere "pallosi" per mandare un messaggio. E allora il mio invito: padri, fatela ascoltare ai figli; professori, fatela ascoltare agli allievi; disk jockey, fatela passare per radio. Che questa canzone rimanga un monumento alla memoria di chi è morto combattendo la mafia, come "bella ciao" lo è per chi lotta per la libertà.
I Modena City Ramblers lottano ancora.
Sembra che in questi anni tutti gli artisti abbiano ammainato la bandiera rossa, giustificando il loro passato comunista con le scuse più fantasiose. Ormai a rappresentare il popolo di chi sogna un mondo migliore, un mondo giusto, un mondo senza sfruttatori e sfruttati, siano rimasti solo i Modena City Ramblers. Che strana sensazione ai loro concerti vedere ancora gente che saluta con il pugno chiuso e che canta Bella Ciao. Anche questa, come la maggior parte delle loro canzoni, è una canzone di lotta e di protesta. A contribuire al suo successo ci ha pensato l'omonimo film, "i cento passi", diretto da Marco Tullio Giordana.
Peppino Impastato contro Tano Badalamenti
Tanto per cominciare: cosa significa il titolo della canzone? Cento passi erano la distanza che c'era dalla casa della famiglia di Peppino Impastato e quella di "Tano Seduto", ovvero il mafioso Gaetano Badalamenti. Lo stesso padre di Peppino, Luigi, era coinvolto con gli afffari di Badalamenti. Peppino era un giovane che rinnegò la mafia, la cultura corrotta della Palermo di allora e la sua stessa famiglia e decise di combattere la mafia. Lo fece con coraggio, anzi, mi permetto di dire, con audacia. Lo fece in particolare da Radio Aut, una radio libera da lui stesso fondata nel 1977. La trasmissione dalla quale lanciava le sue frecce in direzione dei mafiosi, era "Onda Pazza". Non aveva paura, non aveva peli nella lingua e faceva denunce con nomi e cognomi.
Peppino impastato diventa scomodo
La cosa acquistò importanza e cominciò a dare davvero fastidio al potere e a nulla valse la posizione del padre, Peppino Impastato venne assassinato, nei giorni dell'omicidio moro, in questo modo il caso passò in secondo piano. Ci penseranno in futuro personaggi come don Ciotti e Marco Tullio Giordana a riscoprirne la memoria. Oggi esiste ragio 100 passi, una radio Web nata con l'obiettivo di portare avanti il progetto iniziato allora da Peppino Impastato con Radio Aut (ma perché non lo avete chiamata Radio Aut? Un consiglio nel caso passiate di qua: abilitate https).
Torniamo al significato della canzone: in realtà si tratta di una semplice narrazione, una sintesi della vita di Peppino Impastato, la sua appartenenza ad una famiglia ammanicata, la sua "diserzione" e la sua lotta per cambiare e per la giustizia.
Un bel brano, un bel ritmo, una di quelle canzoni che ti viene voglia di urlare, che ti fa uscire al rabbia, ma in modo positivo, una sano moto di disgusto verso quella "merda" e, nel contempo, sapere che finché ci saranno persone come lui, Falcone, Borsellino, don Ciotti, don Patricello ci sarà sempre speranza.
Testo della canzone i 100 passi dei Modena City Ramblers
Nato nella terra dei vespri e degli aranci,tra Cinisi e Palermo parlava alla sua radioNegli occhi si leggeva la voglia di cambiare,la voglia di Giustizia che lo portò a lottare.Aveva un cognome ingombrante e rispettato,di certo in quell'ambiente da lui poco onorato.Si sa dove si nasce ma non come si muoree non se un'ideale ti porterà dolore.Ma la tua vita adesso puoi cambiare solo se sei disposto a camminare,gridando forte senza aver pauracontando cento passi lungo la tua stradaAllora1,2,3,4,5,10,100 passi!1,2,3,4,5,10,100 passi!1,2,3,4,5,10,100 passi!1,2,3,4,5,10,100 passi!Poteva come tanti scegliere e partire,invece lui decise di restare.Gli amici, la politica, la lotta del partitoalle elezioni si era candidato.Diceva da vicino li avrebbe controllati,ma poi non ebbe tempo perché venne ammazzato.Il nome di suo padre nella notte non è servito,gli amici disperati non l'hanno più trovato.Allora dimmi se tu sai contare,dimmi se sai anche camminare,contare, camminare insieme a cantarela storia di Peppino e degli amici sicilianiAllora1,2,3,4,5,10,100 passi!1,2,3,4,5,10,100 passi!1,2,3,4,5,10,100 passi!1,2,3,4,5,10,100 passi!(x2)Era la notte buia dello Stato Italiano,quella del nove maggio settantotto.La notte di via Caetani, del corpo di Aldo Moro,l'alba dei funerali di uno stato.Allora dimmi se tu sai contare,dimmi se sai anche camminare,contare, camminare insieme a cantarela storia di Peppino e degli amici siciliani.Allora1,2,3,4,5,10,100 passi!1,2,3,4,5,10,100 passi!1,2,3,4,5,10,100 passi!1,2,3,4,5,10,100 passi!(x2)"E' solo un mafioso, uno dei tanti!""E' nostro padre""Mio padre, la mia famiglia, il mio paese! Io voglio fottermene!Io voglio scrivere che la mafia è una montagna di merda! Io voglio urlare!"
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