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Sara - Antonello Venditti

Antonello Venditti canta Sara

Venditti e i suoi testi dal significato rivoluzionario.

So che quello che sto per dire farà storcere il naso a parecchia gente, ma sono giunto alla conclusione che il cantautore romano sia stato il più rivoluzionario degli autori italiani, almeno nella prima metà degli anni 70. Forse più di lui è stato solo Rino Gaetano. Attenzione non sto dicendo che sia il mio preferito ne, tanto meno, il migliore. Dico solo che, mentre Mogol e compagni cominciavano timidamente a mescolare l'amore con il sesso, Venditti ci andava giù diretto su argomenti come diritti delle donne, maternità, rispetto della vita, andando spesso in contrasto col pensiero dominante dell'epoca. Erano anni in cui c'era ancora il matrimonio riparatore. Ma il nostro artista ha un secondo merito: è riuscito a raccontare certe cose in modo così poetico e con tale delicatezza, da non aver mai sollevato polemiche. E questo lo rende due volte grande. Vediamo tutti come oggi ogni artista cerchi la provocazione, la polemica, lo scontro, solo per avere visibilità. Ecco, Antonello non ne ha bisogno: sa farsi apprezzare per la sua arte. E' da sempre considerato un autore molto "POP", ma, obiettivamente, è riuscito spesso a scavalcare i più blasonati cantautori per quanto riguarda la profondità ed il coraggio dei suoi testi. Lui è stato il primo a scrivere una canzone sulla droga (Lilly), sul disagio giovanile (nata sotto il segno dei pesci) o sulla difficoltà di affermarsi dei giovani autori (Bomba o non bomba). Conto di scrivere a breve qualcosa sui citati testi, ma, intanto, parliamo del suo testo più rivoluzionario: Sara.

L'Italia del primo Venditti.

Si tratta di un testo così avveniristico per l'epoca, da sembrare scritto 30 anni dopo. Cominciamo col chiederci: "chi è Sara?". Sara è una ragazza madre. Non una ragazza madre qualunque, ma una ragazza madre degli anni '70. Ricordiamoci che la legge sul divorzio era stata approvata nel '74 e quella sull'aborto nel '81. Oggi essere ragazza madre significa andare incontro ad un sacco di difficoltà, soprattutto di carattere economico e di gestione del nascituro. E' un impegno tosto, ma, per fortuna, anche le donne lo sono. Ma all'epoca non era solo un problema "pratico". Era proprio una vergogna! Una vergogna che, spesso, obbligava le ragazza di paese, specialmente al sud, ad emigrare in grandi città del nord, dove potevano "nascondersi". E il marchio non restava solo sulla "svergognata", ma ricadeva spesso anche al bambino, al "figlio della colpa". Oggi non è più così o, almeno, non dappertutto. Certo, la madre degli imbecilli è sempre incinta, ma almeno questo tabù sembra superato. E il merito va anche a filosofi, cantanti, scrittori e pensatori in genere, che in tutti questi anni hanno portato avanti una battaglia culturale in questa direzione. Tra questi ha sicuramente contribuito il grande Antonello Venditti.

Un autore troppo avanti coi tempi

Ecco la ragione per cui dico che la canzone è così avveniristica da non sembrarlo nemmeno: perché grazie al suo lavoro, e al lavoro di gente come lui, si è riusciti a cambiare questa mentalità retrograda e medioevale. Il fatto che oggi questo testo possa avere perso forza credo non dispiaccia all'autore, anzi, forse è la più grande gratificazione per il suo lavoro. Come dire: obiettivo centrato! (come un siluro ormai distrutto, ma che ha affondato la nave). Feci un esempio al contrario quando, commentando The Wall dei Pink Floyd, dissi che, purtroppo, era un testo tornato straordinariamente attuale. Qui si potrebbe quasi dire il contrario.
Ma torniamo a questa canzone:
Sara, svegliati è primavera.
Sara, sono le sette e tu devi andare a scuola,
Sara, prendi tutti i libri e accendi il motorino
e poi attenta, ricordati che aspetti un bambino.
E' primavera! Ma che primavera? I fiori che rinascono e danno origine a nuova vita o la vita che rinasce nel ventre della giovane donna? Perché giovane donna? Perché va ancora a scuola! Si noti la delicatezza con cui Venditti introduce la protagonista del brano. Da queste 4 strofe si evince che Sara è una ragazzina, una ragazzina che profuma di primavera, una ragazzina che sta facendo fiorire una nuova vita dentro di se.
Sara, se avessi i soldi ti porterei ogni giorno al mare,
Sara, se avessi tempo ti porterei ogni giorno a far l'amore,
ma Sara, mi devo laureare, e forse un giorno ti sposerò, magari in chiesa, dove tua madre sta aspettando per poter piangere un po' 
La frustrazione del fidanzatino, anche lui studente, anche se universitario, che gli vuole regalare una vita più agiata o, meglio, una vita con quei piccoli agi che ad ogni coppia dovrebbero spettare di diritto: andare a fare una scampagnata o fare l'amore, ma, soprattutto, con il grande sogno nel cassetto di portarla un giorno all'altare!
Sara, tu va dritta non ti devi vergognare,
le tue amiche dai retta a me lasciale tutte parlare,
Sara, è stato solo amore, se nel banco non c'entri più, 
E questo è il passaggio più importante della canzone: non provare vergogna, non ti curare dei commenti della gente perché il tuo è stato solo un gesto d'amore!!! 
Sara, è stato solo amore, se nel banco non c'entri più,
tu sei bella, anche sei vestiti non ti stanno più.
Sara, mentre dormivi l'ho sentito respirare,
Sara, mentre dormivi ti batteva forte il cuore,
Sara, tu non sei più sola, il tuo amore gli basterà,
il tuo bambino, se ci credi nascerà
Sara, Sara, Sara ....

Venditti in aiuto a tutte le persone emarginate o in difficoltà.

Chiunque in questa situazione  avrebbe il timore di non potercela fare. Come si fa a crescere un bambino a 16 anni e senza un padre? Come giustamente dice il nostro cantautore, l'amore di una madre è tutto quello che ci vuole.
Non so se l'autore che ha scritto questa canzone negli anni '70 si possa definire coraggioso, ma certo lui è stato il primo a farlo. A lui e a tutti quelli come lui va il merito di aver cambiato, o perlomeno contribuito a cambiare, una mentalità vecchia, ottusa, cattiva e razzista. Grazie Antonello.

C'è ancora bisogno di Antonello Venditti

Mi sono proposto di non parlare mai di politica da questo blog, e non intendo cominciare a farlo ora. Per cui quello che sto per scrivere va inteso esclusivamente da un punto di vista umano e sociale. Ieri Venditti ci parlava della sofferenza di una ragazza che non aveva i mezzi per farcela e che, per giunta, veniva emarginata e disprezzata. Oggi vedo altre persone che vivono questo dramma, per motivi completamente diversi. Gente che soffre e che viene disprezzata! Fatico però a trovare nuovi Venditti capaci di sventolare la loro bandiera, o, forse, non hanno la sua capacità di arrivare al cuore della gente come solo lui è capace di fare. Spero di sentirti cantare ancora per 1000 anni, e di vederti sempre in prima linea nella battaglia per i deboli, per i sofferenti e per gli emarginati. Grazie Antonello, da parte di tutti quelli che credono nell'amore e che credono che tutti abbiano diritto di averne nella vita.

Commenti

  1. Secondo me la frase 'forse un giorno ti sposerò' da un colpo anche all'obbligo del matrimonio riparatore. Magari vivranno insieme per tutta la vita, ma se si sposeranno lo faranno 'magari in chiesa' ma apparentemente solo per far piacere alla mamma, che così "potrà piangere un po'"; l'indifferenza fra le diverse soluzioni possibili rimarca il distacco fra amore e matrimonio

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    1. Secondo me ha un duplice significato: il primo è senza dubbio alcuno quello che dici tu. In parallela sottolinea le difficoltà economiche in cui versa la coppia, che non ha nemmeno i mezzi per sposarsi. (cosa che comunque avverrebbe di nascosto visto il figlio in arrivo)

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  2. È una bellissima canzone,approvo ogni parola della parafrasi. Non capisco la frase finale: perché "il tuo bambino SE CI CREDI nascerà"?

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    1. Perchè ha tutti contro. È un invito a non abortire. Come dire: credici, tu puoi essere mamma!

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