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Rime oscene

Rime talmente idiote che fanno piangere
Capita a volte che nelle canzoni l'autore cerchi a tutti i costi la rima, spesso cadendo nel ridicolo. Un ridicolo che spesso diventa insopportabile quando la rima è parte del ritornello. Alcune davvero, malgrado numerosi sforzi, non le riesco proprio a digerire. Ne elenco qualcuna qui di seguito. L'elenco potrebbe essere arricchito dai vostri suggerimenti.

Capo Plaza - Giovane fuoriclasse

Quando scrissi questo post, la canzone del giovane fuoriclasse "Capo Plaza" ancora non esisteva. Credo abbia letto questo articolo, perché, la rima che vi propongo, sembra fatta apposta per scalare questa classifica: la rima più demenziale mai apparsa nel testo di una canzone italiana (ed anche internazionale forse):
"Non toccare me e la mia famiglia
Sto tranquillo che fumo vaniglia"
Si, io sto tranquillo, non è quello che fumi che mi fa paura, ma quello che canti.

Zucchero, blu.

Il geniale cantautore non è nuovo a rime inaspettatamente demenziali. Riesce sempre a sbalordirmi come riesca a passare da veri e propri lampi di genio, a clamorose cadute di stile. A volte credo lo faccia apposta per provocare. Ne metto una a titolo d'esempio (che per'altro non fa nemmeno rima):
C’è un dondolo che dondola Che belle scene di lei che viene
Di bocche piene che fan pendant.”
Mi dite che roba è uesta?

Sergio Caputo, Garibaldi innamorato.

Chi va là viva Garibaldi uè paisà...
fuoco a volontà...
che clamor! viva Garibaldi
si, senior... el conquistador... 
Trovo Sergio Caputo geniale, anche nell'idiozia, ma questa è davvero imbarazzante. Mi domando spesso perché un genio del suo calibro, grande musicista Jazz e grande compositore, si presenti sistematicamente a Sanremo con delle canzoncine demenziali. Eppure quelle che ci propina negli LP sono tutt'altra cosa. Forse che non abbia molta stima del pubblico dell'Ariston?

Francesco de Gregori, i muscoli del capitano.

"Guarda i muscoli del capitano, tutti di plastica e di metano". So che inserire il nome del maestro de Gregori in questo post potrebbe sembrare blasfemo, ma davvero questa rima la trovo penosa assai! E non cercate di motivarla: è indifendibile!!!

Biagio Antonacci, ti penso raramente.

"è bastato star dentro ad un altro cappotto per capire che in fondo avrei rotto". Penoso tentativo di dire che dopo aver tradito la sua donna aveva capito che la loro storia non poteva continuare. Certo, è un'arte dei poeti dire le cose attraverso metafore, ma questa è proprio dilettantistica. Con l'aggravante che sentirla ripetere mille volte in una canzone la rende davvero irritante.

Fabri Fibra, applausi per fibra.

Rispetto il rapper di Sinigallia, ma la canzone "applausi per Fibra" la trovo un capolavoro di demenza. Vorrei trovare una frase che meglio delle altre riassuma la demenza del testo, ma qui veramente l'imbarazzo della scelta è enorme. Per cui ne metto una più o meno a caso: "Mangiavo lucertole aperte, da ragazzino tornavo a casa e vomitavo in mezzo al giardino". Be caro Fibra, io vomito anche qui in salotto se ascolto il tuo testo ;)

Dolcenera, il sole di domenica.

"Se ad ogni mia reazione corrisponderà un'azione". Ad ogni azione corrisponde una reazione, è una delle leggi fondamentali della fisica. Il gioco di parole di invertire le due cose può anche essere divertente. Ma ripeterlo 100 volte in una canzone come se si fosse scoperta l'america proprio no! Ormai mi sono abituato a cambiare canale in fretta durante questa canzone, per non rischiare di doverlo sentire ancora!!!

Marco Masini

"perchè sei bella, bella, bella, bella, bella... ... ... ... ...  STRONZAAAAAAAAAAAAAA". Questa a dire il vero non fa nemmeno rima, ma la ho voluta mettere lo stesso. È una canzone in cui tutto il testo gira attorno ad una parolaccia, e quindi questa viene caricata al massimo da un bella bella bella bella ripetuto mille volte! A me viene in mente Fracchia contro Dracula, quando Filini dice: "ma questo è... questo è... questo è..... DRACULA". Ecco, l'esclamazione di sollievo di Fracchia starebbe benissimo anche nella canzone, quando l'autore dice stronza.

Max Pezzali 883.

"Bello non ti passa più, te la sei voluta tu, vuoi la bicicletta e poi, pedalare cazzi tuoi". Una brutta parafrasi del classico: "hai voluto la bicicletta? Adesso pedala!". Vero che la forza di Max Pezzali è da sempre quella di mettere in musica situazioni ed espressioni della quotidianità, ma questa fa un po ridere. Trovo che vi sia una differenza tra un testo semplice e uno puerile.

Er Piotta, il supercafone.

"Piotta sei grande! Ignorante con l'abbronzante, abbondante fra le mutande". La canzone la trovo divertente e non voglio criticare il testo perchè tamarro. Ma qui siamo all'università della demenza!

Samuele Bersani, freak.

"Ciao Ciao belle tettine. Scusami se parlo male, lo sai che io non sono fine". Su una canzone in cui si parlava di campana tibetana, dei doors e della cultura degli anni 70, una rima così inutile, forzata e quasi volgare mi sembra davvero fuori luogo.

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